I 4 ragazzi della «Tuena», malgari con la laurea
A fine mese torneranno a casa, in città, i quattro ragazzi di Trento che hanno assunto la gestione di Malga Tuena. I cinquanta capi di bestiame, tra manze, mucche da latte, asini e maiali, sono già stati riportati a valle, ma l'agritur rimarrà aperto fino al 30 settembre. L'entusiasmo dei quattro giovani ha contribuito al rilancio della malga e, nonostante la proposta del Comune per un affidamento quinquennale della struttura, i ragazzi sono ancora indecisi se continuare o meno
A fine mese torneranno a casa, in città, i quattro ragazzi di Trento che hanno assunto la gestione di Malga Tuena. I cinquanta capi di bestiame, tra manze, mucche da latte, asini e maiali, sono già stati riportati a valle, ma l'agritur rimarrà aperto fino al 30 settembre. L'entusiasmo dei quattro giovani ha contribuito al rilancio della malga e, nonostante la proposta del Comune per un affidamento quinquennale della struttura, i ragazzi sono ancora indecisi se continuare o meno.
«Questo lavoro ci piace troppo e lo vorremmo fare per tutto l'anno, non solo in estate», spiega Matteo, che sta frequentando dopo la laurea il corso per imprenditore agricolo all'Istituto Agrario di San Michele. Ottavia, la sua ragazza, sta ultimando la tesi di laurea in psicologia. Gli altri due «malgari» sono Giorgio, dottore in scienze politiche, e la sua ragazza Teva, universitaria pure lei. Hanno deciso di cambiare vita e vogliono lasciare la vita in città per dedicarsi solo a questa attività.
La loro avventura iniziò due anni fa, quando Matteo, che fin da bambino sognava di mungere le mucche, conobbe Angela Lochner, allevatrice di asini di Spormaggiore. Insieme trascorsero un'estate intera a Malga Bael, in valle dei laghi, dopodiché Angela decise di unirsi con i suoi venti asini ai quattro ragazzi, subentrati nella gestione di Malga Tuena.
«È stata un'esperienza fantastica - racconta Angela, l'anziana del gruppo - perché è indescrivibile lo spirito con il quale questi giovani abbiano deciso di cambiare vita, affrontando fatica e sacrifici, e con quale dedizione, per ventiquattro ore al giorno, si dedicano al lavoro». Matteo ha accudito le bestie dedicandosi alla produzione casearia della malga, con l'aiuto di Angela, Ottavia e Teva. Giorgio, invece, si è dedicato per lo più alla cucina, sfoderando tutta la sua bravura di cuoco e panettiere. Dal 25 maggio scorso vivono lassù, nella valle del Lago di Tovel, ed ora sui loro volti si legge tutta la tristezza che provano nel dover tornare in città. Vorrebbero trovare una malga in gestione a un'altitudine inferiore per poterci vivere e lavorare anche in inverno; ormai hanno giurato che questa sarà la loro vita. Ma riescono a sbarcare il lunario?
«Diciamo che, tra pagare l'affitto e le spese, almeno siamo andati alla pari. Non abbiamo ancora conosciuto pastori che sono riusciti ad arricchirsi. Invece, la ricchezza che abbiamo trovato è nelle emozioni vissute facendo questo lavoro e tanto ci basta per essere convinti nella nostra scelta di vita». I quattro ragazzi hanno messo da parte tutti i loro risparmi e se trovano l'occasione di acquistare una malga per viverci tutta la vita, lo faranno. Altrimenti, tornerete a Malga Tuena? «Mah, è stato bellissimo, però qui, in inverno, non si può rimanere». E non avete paura a vivere così isolati, nelle terre dove spopola l'orso? «Affatto! È affascinante e ci piacerebbe tanto incontrarlo anche se, purtroppo, di notte si è divorato due asine senza che ce e accorgessimo. Naturalmente le sue impronte le abbiamo viste più volte ed è venuto spesso quassù, ma senza farsi mai vedere».
Gran lavoro nei fine settimana, quando sono stati serviti anche ottanta pasti agli escursionisti. «Questo è forse il lato negativo: per rifare i letti e sistemare le camere dell'agritur, apparecchiare e cucinare, il sabato e la domenica ci mancava il tempo per accudire le bestie. Però è stato bello vedere quanti amici sono saliti fin quassù ad aiutarci e quanto ci invidiano per il tipo di vita che abbiamo scelto».