Offese, minacce, vandalismi lo «stalker» non si ferma
«Non so più cosa fare, sto schiantando. E sono preoccupata per mia figlia». «Maria», vittima di uno stalker che la tempesta di lettere anonime piene d'insulti, con telefonate anche notturne e danneggiamenti a completare il quadro. Numerose le denunce e segnalazioni ai carabinieri, nell'ultimo periodo si sono mossi anche degli investigatori privati, ma senza ottenere finora esiti positivi
VAL DI NON - «Non so più cosa fare, sto schiantando. E sono preoccupata per mia figlia». «Maria», nome di fantasia, a gennaio si era decisa a rendere pubblica attraverso il nostro giornale l'allucinante situazione che sta vivendo, vittima di uno stalker che la tempesta di lettere anonime piene d'insulti, con telefonate anche notturne e danneggiamenti a completare il quadro. Numerose le denunce e segnalazioni ai carabinieri, nell'ultimo periodo si sono mossi anche degli investigatori privati, ma senza ottenere finora esiti positivi. «Purtroppo la mia vita da due anni e mezzo, da quando sono venuta a vivere qui, è diventata un incubo», afferma «Maria». Ci mostra l'ultima lettera ricevuta.
«Ne arriva una ogni quindici giorni, ora». Come al solito parolacce, ingiurie, la «città d'Ilio» di omerica memoria che ricorre ad ogni frase, indirizzata a Maria, ma applicata anche alla figlia, studentessa liceale. Anche lei sotto lo sguardo vigile dell'anonimo-aguzzino: paragonata alla madre, identico futuro, identico trattamento, minacce non troppo velate.
«Maria» è sposata, ha due figli. Nata in un piccolo centro della valle, ha sposato un uomo di un altro paese, vi si è trasferita per vivere con lui; poi la separazione, la ricerca di una nuova casa.
E qualche relazione con altri uomini. Ma neanche il tempo di stabilirsi nella nuova casa - accostata ad un condominio, ma indipendente e pressoché staccata dallo stesso, se non per l'accesso al garage - inizia il suo incubo: lettere offensive e di minacce, telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, danneggiamenti, oggetti che vengono spostati.
«L'ultimo atto vandalico il taglio delle tubazioni per irrigare il giardino», afferma la donna. «Mi sono trovata il garage allagato, qualcuno aveva tagliato il tubo, il garage era diventato una piscina».
Maria ha paura pesino a tornare a casa, da sola, ma quel che più la preoccupa sono le pesanti minacce e le offese dirette alla figlia, mentre anche l'ex marito sarebbe stato destinatario di qualche missiva dell'anonimo.
A gennaio, come detto, Maria aveva deciso di narrare la sua storia al giornale. «Pochi giorni dopo mi è arrivata una sua lettera, con dentro la fotocopia dell'articolo». Ma sospetti, non ce ne sono? «Qualcuno ce l'ho», dice la donna. «Ma a questo punto si finisce col sospettare di tutti. Una cosa però la posso dire. Se dovessi un giorno trovarmi faccia a faccia con questo ignobile individuo non so cosa potrei fare.
Non so se sarei in grado di rispondere delle mie azioni. Nessuno mi dà una mano, devo subire da sola una situazione che non auguro al peggiore dei miei nemici, ne avessi. Me lo trovassi di fronte non potrei scordare che è stato lui a scrivere il mio numero di cellulare nei servizi di qualche bar, suggerendo che se qualcuno vuole una donna facile (il termine usato non è questo, chiaramente) basta chiamare.Non so proprio come mi comporterei, né quello che potrei fare».
Maria è fuori di sé. «Non ce la faccio più. La mia vita non esiste più. Aiuto ricevuto zero o quasi, e sono indifesa. Con mia figlia di mezzo, ora, almeno lei dovrebbe lasciarla stare. Faccio un appello, direttamente a lui: smettila, ora basta, è ora di finirla. Sarà anche una persona malata, ma mi sta uccidendo, ed io non ho fatto del male a nessuno».