Liquidazione Tassullo Materiali Debiti per 51 milioni di euro
Il concordato preventivo in continuità aziendale non va, soprattutto per «la grande difficoltà di ottenere finanziamenti bancari» partendo da un indebitamento totale di 51 milioni di euro, a fronte di un fatturato 2014 di 15 milioni. Così la Tassullo Materiali ha trasformato la sua proposta in concordato liquidatorio, in cui cioè si cedono le attività.
I 75 posti di lavoro, 66 dei quali in Val di Non, ora sono a rischio. Il gruppo mette in campo Tassullo Energia per salvare «il maggior numero possibile di addetti».
Ieri si è svolto un incontro tra azienda e sindacati, sulla cassa integrazione straordinaria per i dipendenti trentini.
La Tassullo ha illustrato la prospettiva, dopo un anno in cui gli addetti sono stati in cassa a singhiozzo, hanno avuto ritardi nei pagamenti degli stipendi ma non hanno smesso di lavorare.
L’avvio della procedura concordataria di Tassullo Materiali, con riserva di presentare il piano, risale ad aprile. Ma nell’integrazione della domanda presentata recentemente in Tribunale a Trento il quadro cambia.
La società, scrivono il presidente Friedrich Pattis e gli avvocati della Tassullo Paolo Chiarelli e Cosimo Lombardi, aveva proposto ai creditori un concordato con continuità aziendale.
In questi mesi però alcuni fattori hanno portato l’azienda a modificare l’impostazione e a proporre un concordato liquidatorio. Tra essi, il ritardo con cui è stato sottoscritto il contratto di appalto con Conservazione Alta Efficienza (Cae) sul progetto delle celle ipogee per le mele.
A metà novembre, comunque, sono stati stipulati sia il «contratto di vendita di bene futuro» tra Cae e Melinda sui lotti 2 e 3 degli impianti ipogei per la frigoconservazione delle mele al prezzo di 9,8 milioni di euro, sia il contratto per i lavori con Tassullo Materiali. Lo stop al primo progetto concordatario ha ulteriori motivi e, in particolare, la difficoltà ad ottenere finanziamenti bancari a sostegno della continuità aziendale.
Lo stato passivo della Tassullo Materiali è pari a quasi 51 milioni. Di essi, i debiti verso banche, dalla Bnl alla Popolare di Verona, da Btb-Intesa alla Sparkasse, da Cassa Centrale alle Rurali, ammontano a 24,4 milioni, quelli verso i numerosi fornitori a 8,4 milioni, quelli verso il fisco a 2,7 milioni, quelli verso i dipendenti a 3,5 milioni, per citare solo le voci principali.
L’attivo concordatario invece si ferma a 30 milioni, di cui 25 milioni tra cave, impianti e attrezzature. Resta poco delle partecipazioni, quasi solo la Cae. Si azzerano, in particolare, i valori delle società controllate in Romania, una delle quali, la Tassullo Romania, è stata dichiarata insolvente dal Tribunale di Giurgiu, mentre sull’altra, Tassullo R, pende il recesso dalla partecipazione della finanziaria pubblica Finest.
Per salvare il ramo aziendale di Tassullo e salvaguardare «le professionalità e il maggior numero possibile di addetti», il 13 novembre è arrivata la manifestazione di interesse all’acquisto da parte di Tassullo Energia, la società del gruppo che gestisce le centraline idroelettriche. Le condizioni dipendono anche dall’esito della proposta concordataria.