Villa Montini apre ai profughi
Contratto di affitto di un anno a partire dal primo gennaio 2016
Mentre in altre zone della valle si fanno raccolte di firme contro l'ospitalità di profughi, a Denno è l'amministrazione comunale a mettere a disposizione propri spazi. Non per accoglienza di masse di richiedenti asilo; ma disponendo di un appartamento in «Villa Montini», l'amministrazione comunale guidata da Fabrizio Inama ha deciso di rispondere positivamente all'invito emanato in tal senso dalla Provincia nei mesi scorsi. Non si tratta di «masse», come detto; la disponibilità è per tre persone. Se ogni comune della Provincia rispondesse in ugual misura, il totale potrebbe diventare interessante.
Denno vanta una storia positiva, in tal senso. Proprio in questo paese era nato un centro d'accoglienza spontaneo, allestito nei locali dell'ex oratorio ora demolito per far posto alla nuova caserma dei Vigili del fuoco, dove venivano ospitati i raccoglitori di mele che un tempo giungevano in valle di Non in massa, nel periodo della raccolta: si trattava soprattutto di giovani senegalesi (parliamo di fine anni '80), decine di raccoglitori stagionali che venivano decorosamente ospitati grazie all'opera di numerosi volontari. Sempre a Denno era poi sorto uno dei centri accoglienza «ufficiali» per lavoratori stagionali, a due passi dal municipio, quando l'ondata di arrivi di persone in cerca di lavoro nei campi era diventata in valle una vera emergenza, ed era stata data risposta attraverso strutture della Protezione civile e gestione uniforme dei vari centri che si era reso necessario istituire.
Ora quei centri non servono più: gli addetti alla raccolta sono ospitati in case degli agricoltori, da diversi anni l'emergenza è stata superata. O meglio: sostituita da quella inerente la necessità di accogliere quanti fuggono da guerre e miseria, decine di migliaia di persone che dopo aver attraversato il Mediterraneo sui barconi (quando ci riescono) chiedono una possibilità di futuro all'Europa. Nel suo piccolo, il comune di Denno dà l'esempio. Dal dialogo tra Comune e Cinformi è stato individuato un alloggio ad uso abitativo all'interno di Villa Montini, edificio ristrutturato nel 2000 per essere destinato ad edilizia per anziani; lì esiste un appartamento abitabile attualmente libero, strutturato per due persone, ma che ne può ospitare anche tre, con soggiorno e zona cottura, bagno, stanza e parti in comune.
La giunta comunale ha approvato il contratto di concessione tra Comune e Provincia: è stabilito un canone mensile di 300 euro, cui ne vanno aggiunti 60 per riscaldamento, ascensore, energia elettrica, acqua, smaltimento rifiuti. La durata del contratto è di un anno (inizio il 1° gennaio), con possibilità di eventuale proroga per sei mesi, ed è possibile la revoca da parte del Comune «in caso di comportamenti da parte degli ospiti che vadano a turbare l'equilibrio degli altri ospiti del fabbricato».
Certo, tre posti non risolvono il problema, ma è pur sempre qualcosa. Diversa sarebbe stata in valle di Non la risposta se non ci fosse stata la raccolta di firme di soci e clienti contro la Cassa rurale Novella e Alta Anaunia, che aveva messo a disposizione l'inutilizzato convento di Arsio, dove di profughi avrebbero potuto esserne ospitati un centinaio; disponibilità cui erano collegati posti di lavoro, indotto economico sul territorio e un possibile progetto per l'utilizzo futuro dell'enorme volume del convento, ora pressoché inutilizzato.