Dimaro, l'aereo abbattuto
A caccia di testimonianze, foto e pezzi del bombardiere
Era il marzo 1945, ultimi mesi di guerra, e tre aerei bombardieri americani vennero colpiti dalla contraerea tedesca nella zona di Campo di Trens in Alto Adige. Due caddero in territorio altoatesino (gli equipaggi, catturati, furono trucidati subito). Il terzo, un bombardiere con sigla «8 Z», riuscì a volare fino al Trentino dove cadde in alta Val di Sole, mentre l’equipaggio si salvò con i paracadute. Ora però riparte la caccia: un gruppo di appassionati di storia dell’aviazione americani cerca testimonianze, foto o pezzi del bombardiere. E lo fa attraverso il professor Ago Alberti di Cremona.
«Appassionato di storia dell’aviazione, faccio parte dal 2007 del Gruppo Air Crash Po che si occupa di ricerche riguardanti i bombardamenti aerei e velivoli precipitati nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Sono in contatto con l’ing. Claudio Devigili, noto studioso della guerra aerea sul Brennero, residente a Trento. La scorsa primavera, una associazione americana che si occupa del restauro di velivoli storici ha contattato il gruppo Air Crash Po, chiedendo di indagare su un aereo precipitato in Trentino il 20 marzo 1945, colpito su Campo di Trens e precipitato chissà dove».
In realtà, per gli esperti italiani la risposta è chiara: l’aereo, un bombardiere bimotore B-25 Mitchell, cadde nei pressi di Dimaro.
Grazie alla collaborazione di appassionati trentini (Michele Ianes e Giacomo Zeta) e del Gruppo Alpini di Dimaro e di Malè (Andreis e Angeli), è stato individuato il punto di caduta dell’aereo: «Località Malga Scale, “Tòs del’aeroplàn”. Si tratta di un luogo impervio, difficile da raggiungere a piedi (un’ora e mezza di scarpinata dopo altre due orette di sentiero)» dice Alberti. Ora è prevista per fine mese una spedizione sul posto, a caccia di reperti. Il punto è che gli americani vorrebbero mettere le mani su frammenti dell’aereo.
I rottami del velivolo furono prelevati, razziati, recuperati e riutilizzati come tettoie, per fare utensili, in pollai, ovili, stalle, malghe della zona. Ora il gruppo lancia un appello ai lettori de “L’Adige” della zona di Dimaro, invitandoli a scattare fotografie ai resti dell’aereo e a metterle a disposizione del gruppo Air Crash Po e dell’Ana di Dimaro. Poi ci penserà Alberti: «Provvederei poi io a inoltrare le foto negli USA. Se poi qualcuno fosse così generoso da mettere a disposizione o donare dei pezzi dell’aereo, tanto meglio. L’associazione americana, che sta restaurando un aereo che sarà copia dell’esemplare caduto a Malga Scale, esporrebbe i resti ( pannelli, schegge di alluminio, ruote, qualsiasi cosa...) in un museo negli Stati Uniti».
Chi può aiutare, è pregato di chiamare il professor Alberti al numero 0374 83118 o scrivendogli una mail.