Il grifone dello Stelvio salvato in Puglia
«Oggi la nostra emozione è immensa. Il nostro Pinuccio Gasparro era veramente commosso e ci ha riferito di aver visto l’ultimo grifone vent’anni fa». Così l’Osservatorio Faunistico Regionale di Bitetto, in provincia di Bari, ha dato notizia su Facebook nei giorni scorsi del salvataggio di un esemplare di grifone, trovato in difficoltà da un pescatore ed affidato agli esperti di recupero dell’avifauna.
Si tratta di un rapace che per la Puglia è rarissimo, dall’apertura alare che supera i due metri. Ma grande è stata la sorpresa dei responsabili dell’Osservatorio barese scoprire che si tratta di un grifone di 28 anni di età, proviene dal Parco Nazionale dello Stelvio.
«È stato ritrovato in area garganica ed era decisamente molto affamato - comunica l’Osservatorio - dalla prima visita sembra tutto sommato in buone condizioni, ma sarà sottoposto ad esami clinici specifici da parte degli esperti del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Bari».
Come hanno fatto a sapere l’età e la provenienza? «Il soggetto recuperato è inanellato - hanno spiegato a Bari - ed è monitorato in un programma di reintroduzione della specie, che, appunto, necessita della massima tutela in quanto a rischio. Siamo in contatto con il Parco Nazionale dello Stelvio, che segue l’esemplare in questione e ha richiesto gli esiti di esami clinici che saranno effettuati da noi. Lo studio naturalmente è giustificato dalla rarità di questi animali sul nostro territorio nazionale e mira a comprendere i motivi del declino della specie. In particolare, ci è stato chiesto di valutare l’avvelenamento da piombo, in quanto i necrofagi si nutrono di carcasse, quindi anche di animali uccisi dai cacciatori e lasciati nell’ambiente».
L’esemplare in questione ha sorvolato praticamente tutta l’Italia, probabilmente seguendo la costa Adriatica, ed ora è in buone mani.
Lunedì sera, poi, l’Osservatorio ha precisato alcune notizie, in particolare sulla rarità di questo ritrovamento: «Il grifone è inserito nella Lista Rossa IUCN nell’elenco delle specie a rischio critico nel nostro Paese, ossia in grave pericolo di estinzione. Parliamo dell’Italia, non del mondo. Il soggetto recuperato necessita della massima tutela in quanto a rischio. Siamo in contatto con il Parco Nazionale dello Stelvio, che segue l’esemplare in questione e ha richiesto gli esiti di esami clinici che saranno effettuati da noi. Il nostro centro recupera centinaia di animali ogni anno, ma l’ultimo grifone è giunto da noi circa vent’anni fa».
Non è strano che un grifone arrivi fino al mare. Lo conferma Luca Pedrotti, responsabile scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio Trentino. «È una specie mobile e dinamica, che ha una grande capacità di volo e che sverna nel Mediterraneo - spiega il biologo -. È perciò molto frequente vedere degli esemplari che attraversano le Alpi: ad esempio in viaggio dalla zona degli Alti Tauri, dove vive l’unica popolazione selvatica delle Alpi Orientali, alle isole della Croazia. Nidifica in falesie rocciose, in grandi colonie e si ciba di carcasse di animali. La sua presenza è molto legata alla pastorizia. Si trovano colonie in Grecia e in Spagna, dove questa attività è ancora molto praticata. Oggi nel Parco nazionale dello Stelvio non ci sono esemplari in nessuno dei tre settori e le ultime segnalazioni si sono avute parecchi anni fa: la prima nei primi anni 2000 quando un agente forestale lo ha visto in Val di Rabbi e poi l’ho potuto ammirare di persona sul Redival mentre passava il Tonale».