Non c'è offesa nel definire i sindaci "bambini dell'asilo, malati di protagonismo"
Non c’è reato per un segretario comunale definire i sindaci «bambini dell’asilo, malati di smanie di protagonismo» in una mail loro indirizzata. Il presidente dell’Unione Altanaunia e sindaco di Romeno, Luca Fattor (foto) non aveva gradito i contenuti di quella mail che puntava a tirare le orecchie a delle figure istituzionali e così aveva querelato per diffamazione il segretario del Comune di Fondo Luca Santini.
Un procedimento che il giudice per le indagini preliminari Claudia Miori ha però ritenuto di archiviare perché «le espressioni censurate si innestano nell’ambito dell’attività di critica (...) sulle modalità di organizzazione del lavoro».
La mail di Santini era stata inviata alle caselle di posta dei primi cittadini dell’intera Alta Val di Non: non solo a quelli di Romeno, Malosco, Sarnonico, Cavareno e Ronzone, che rientrano nell’Unione e di cui è innegabile una naturale propensione alla litigiosità. Nel testo della lettera, il segretario parlava del rinnovo della convenzione per l’Università della terza età (di cui Fondo è Comune capofila), stigmatizzando il modo in cui l’Unione dei Comuni stava trattando la questione.
Secondo Luca Fattor la mail conteneva frasi diffamatorie nei suoi confronti, nonostante lui non venisse citato direttamente. Eccone uno stralcio: «Ancora una volta, per le inutili ed assurde beghe di bambini dell’asilo, ci vanno di mezzo i responsabili degli uffici. Forse certi sindaci dovrebbero farsi un esame di coscienza sul male che stanno facendo al proprio territorio e ai propri cittadini, solo per via di una smania di protagonismo egocentrico quasi maniacale e al limite della patologia psicologica». E aggiungeva: «Basterebbero solo poche cose: un minimo di rispetto degli altri e una serenità interiore delle persone». Parole che l’accusa ritiene abbiano l’unico scopo di denigrare le persone alle quali si riferiscono queste critiche.
In seguito alla querela di parte si è espresso il pm Carmine Russo: «La pretesa, secondo cui il segretario in quanto organo subordinato non avrebbe diritto di critica e dovrebbe soltanto obbedire, è insostenibile» ha scritto, chiedendo al gip di disporre l’archiviazione. È seguita l’opposizione del sindaco di Romeno, che ha affidato la tutela delle proprie ragioni all’avvocato Joseph Masè, secondo il quale «i chiari ed inequivocabili riferimenti sottolineano ed accentuano la natura diffamatoria delle espressioni rivolte al sindaco e presidente dell’Unione Fattor».
Il primo cittadino riteneva peraltro di essere stato offeso e che la sua reputazione fosse stata «lesa gravemente» attraverso «attacchi personali che travalicano ogni diritto di critica». E aggiungeva: «La figura del segretario comunale non riveste carattere politico bensì risponde ad una mera esigenza di assistenza tecnico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente, in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto e ai regolamenti».
L’argomentazione del legale del sindaco evidentemente non ha però convinto il gip Miori, che ha osservato come «nel messaggio si utilizzano espressioni volutamente aspre per indirizzare ai sindaci, da cui il segretario ritiene di non avere avuto adeguato appoggio e collaborazione, dure critiche che devono ritenersi riconducibili all’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero». La vicenda è finita dunque in archivio. «Siamo in uno stato di diritto e prendo atto della decisione del giudice» è il commento del sindaco Fattor.