Salta l'accordo con Mondadori problemi alla Elcograf di Cles e scatta la protesta sindacale
È ancora sciopero alla Elcograf di Cles e in tutti gli stabilimenti del gruppo (a Verona, Melzo, Madone, Pozzo d’Adda, Cinisello Balsamo e Borgaro Torinese). Ieri i lavoratori hanno incrociato le braccia e proseguiranno anche oggi: una protesta su turni (stop previsto oggi a mezzanotte), voluta dalle segreterie sindacali nazionali e sostenuta concretamente da quelle provinciali, che in Trentino cercano il confronto diretto con il governatore Maurizio Fugatti.
Nello stabilimento ex Mondadori di Cles, sono impiegate 140 persone. La Slc Cgil, la FisTel Cisl e la UilCom hanno chiesto un incontro urgente al presidente della giunta provinciale e all’assessore al Lavoro Achille Spinelli. Per chiedere cosa? «Per chiedere una soluzione rispetto alla perdita di volumi prodotti nella stamperia trentina - spiega Claudia Loro, segretaria generale della Slc Cgil in Trentino -. Se non si riuscirà a riempire quel vuoto piano piano rischiamo di veder morire quello stabilimento. Il timore concreto è quello di sentire parlare di eccedenza di personale, di assistere ad una politica di tagli per poi arrivare alla chiusura». Da qui l’appello alla politica locale. «A livello nazionale si muovono le segreterie nazionali, ma qui ovviamente il nostro interlocutore è la giunta provinciale. Sappiamo bene che quello dei libri è un mercato in difficoltà, ma dobbiamo trovare delle soluzioni. Su un territorio come quello della Val di Non non possiamo immaginare dei licenziamenti. Qui stiamo parlando di 140 dipendenti, che sono 140 famiglie. Come Provincia si possono fare pressioni politiche o si può pensare ad un altro committente».
Sindacato e lavoratori in fibrillazione dunque, per un contratto che sembrava blindato e che blindato non era. Parliamo dell’accordo tra la Elcograf (Gruppo Pozzoni) e la Mondadori: un’esclusiva per la stampa dei libri della famosa casa editrice, che garantiva a Cles la produzione di un certo numero di volumi e doveva restare in essere fino al 2023.
Il contratto fissava le condizioni sul prezzo e sui volumi destinatai alla stampa clesiana, ma Mondadori - dice il sindacato trentino - ha innestato la retromarcia, spostando quella produzione su altri stabilimenti in Veneto e Lombardia: una scelta strategica che il colosso dell’editoria italiana ha fatto l’estate scorsa. Una decisione che, stando a quando trapela da ambienti nonesi, sarebbe frutto di una scelta geopolitica. Per le prossime settimane la Slc Cgil annuncia interventi anche su questa questione. Mondadori ha voluto la revisione delle tariffe (quanto va a pagare per la stampa) mettendo in forse l’esclusiva con Pozzoni che ha tentato di trattare proponendo una scontistica sulla stampa. «Il risultato - dice Loro - è sotto gli occhi di tutti. A Cles è venuta meno la stampa di tutti i libri della Sperling & Kupfer e di Piemme. Viene a mancare una percentuale che va dal 25 al 30% della produzione. Tra dicembre e gennaio c’è stata una prima cassa integrazione. Da lì l’attivazione delle segreterie nazionali e la decisione di procedere con gli scioperi su turni (adesione del 99,5%)». Quella della Elcograf è una realtà importante da 40-50 milioni di volumi stampati ogni anno. Lo spostamento altrove della stampa di una fetta importante dei volumi rischia di innescare un meccansimo inarrestabile di impoverimento dello stabilimento, fino a svuotarlo del tutto. Questa almeno è la paura più grande dei lavoratori di Cles. A.Tom.