Chiude la barberia De Marco Il negozio più antico di Cles

di Federica Chini

La storica barberia De Marco presso Casa Tapana in Piazza Navarrino, accanto al negozio di calzature Chisté, abbassa definitivamente le serrande dopo 90 anni di attività.
Per una volta tanto usare il termine “storico” non è esagerato. Perché, oltre alla sua fondazione che ormai si perde nei meandri della storia, da 62 anni il titolare della barberia è il settantasettenne Mario De Marco, per il quale è giunto il momento di riporre forbici e rasoi e godersi il meritato tempo libero e all’hobby della pesca; 90 e 62, due numeri da record in un mondo come quello del commercio e dell’artigianato, che sta cambiando radicalmente pelle sotto tutti i punti di vista.

Per Mario De Marco significa una vita intera passata a mettere, metaforicamente, la testa a posto (degli altri) ma anche ascoltare (talvolta con molta pazienza) chiacchiere, qualche inevitabile pettegolezzo di paese o qualche confidenza.

Si chiude quindi un’era. La barberia è infatti il più antico esercizio commerciale della borgata clesiana, aperto nel 1930 da Guglielmo Toller, originario di Lavis e membro di una famiglia di barbieri. E qui Mario inizia il suo apprendistato nel 1957 sotto la guida della vedova e della nipote di Toller, Luigia e Fernanda Osti. Sei anni dopo, nel 1963, la decisione di rilevare l’attività e proseguire autonomamente.
Erano tempi, racconta De Marco, in cui la professione era redditizia; infatti in paese negli anni Sessanta erano attivi 8 barbieri: alcuni di loro, per far fronte alla mole di lavoro ed alle esigenze dei clienti, si potevano permettere di assumere anche 2 o 3 lavoranti.
Fino a qualche decennio fa, per gli uomini andare dal barbiere era un vero e proprio rito e chi faceva questo lavoro doveva dimostrare una certa abilità con lame e rasoi a mano, poi gradualmente sostituiti da quelli elettrici.

Una piccola rivoluzione, i rasoi elettrici, il cui approdo in commercio ha certamente contribuito a ridurre gli avventori, ma Mario ha sempre potuto fare affidamento su una solida clientela di tutti i ceti sociali.
“Qui sono passate generazioni di uomini, giovani ed anziani, emigrati, insegnanti, esponenti delle forze dell’ordine e quelli che una volta si chiamavano villeggianti, ossia i turisti che si fermavano in vacanza per lunghi periodi – ci racconta il barbiere, salutando e ringraziando calorosamente tutti coloro che sono entrati nella sua bottega - Si lavorava il sabato ed anche la domenica mattina”.
Mario non ha rimpianti: lascia una prefessione che ha amato e che ha sempre svolto con passione.

Questa chiusura va ad aggiungersi alle già numerose dell’ultimo periodo a Cles, tutte attività con alle spalle decenni di esperienza quali la macelleria Agostini di Spinazzeda, Moda In, la barberia di Aldo Lorenzoni e la Casa del Giocattolo. Segni dei tempi che cambiano, ma anche la perdita di un pezzo di comunità viva che sapeva comunicare anche attraverso il commercio.

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