Profughi, serata calda: fischi e contestazioni a Pinè

di Daniele Ferrari

Serata caldissima ieri a Miola di Pinè, dove trecento persone hanno affollato la sala per l'incontro sui profughi con l'assessora Donata Borgonovo Re, il sindaco Ugo Grisenti e i responsabili di Cinformi. Sul tavolo l'ipotesi di arrivo di 17 profughi al garnì Villa Lory. Il pubblico ha spesso interrotto e fischiato i rappresentanti delle istituzioni costringendo i carabinieri, presenti in sala, a intervenire minacciando di allontanare i più facinorosi. Alla fine, l'operazione di accoglienza è stata confermata.

Ma ieri, in Conferenza dei sindaci, è stata ribadita l’assoluta mancanza di strutture pubbliche pronte ad accogliere nuovi migranti e rifugiati stranieri in Alta Valsugana-Bersntol, ma anche la necessità di affrontare tale emergenza umanitaria in sintonia con Provincia e rappresentanti statali. Una cinquantina, secondo i piani, quelli che dovrebbero insediarsi nell’ambito, secondo l’accordo Stato-Regioni.

"Non ci sono novità sostanziali né sui termini e modi dell’eventuale inserimento di nuovi rifugiati, né tanto meno sulla disponibilità di nuove strutture - spiega il presidente della Comunità di Valle Mauro Dallapiccola - dopo l’incontro con l’assessora Borgonovo Re ed il Prefetto Squarcina non ci sono stati comunicati altri dettagli. Oggi abbiamo verificato la situazione con i sindaci, evidenziando le note difficoltà logistiche e d’inserimento in Alta Valsugana. Accanto ai 17 migranti che potrebbero essere accolti a Miola, 6-7 soggetti potrebbero trovar posto a Levico e la parte restante nella piana di Pergine (in strutture e appartamenti privati) - ha spiegato il presidente della Comunità -: tutti i sindaci si sono dichiarati sensibili e attenti alla problematica".

 

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