Sant'Orsola, produzione e utili in aumento
Il maltempo dell’ultima stagione ed i rigori della crisi non frenano la cooperativa Ortofrutticola Sant’Orsola. Il bilancio della cooperativa si è chiuso con un aumento del liquidato ai soci di circa un milione, pari al più 5,5% (per una cifra superiore ai 20,3 milioni di euro) e un aumento della frutta conferita di quasi il 10% (ora pari a 5.409 tonnellate).
La cooperativa, nata nel 1979 e diventata leader in Italia nella produzione e vendita di frutti di bosco, fragole e ciliegie grazie a 934 aziende socie (di cui 871 in Trentino e 504 in Alta Valsugana, ieri mattina ha presentato i principali dati. C’erano il presidente Silvio Bertoldi, il direttore Matteo Bortolini, il responsabile commerciale Lorenzo Giacomelli e il consulente esterno Fabio Rizzoli. In serata si è tenuta poi l’assemblea annuale dei soci al teatro comunale di Pergine.
Se il 2014 è stato caratterizzato da un andamento climatico anomalo, con le produzioni intaccate sia in termini quantitativi e qualitativi, Sant’Orsola ha saputo rafforzare la sua produzione sino a superare le 5.409 tonnellate di frutta (erano state 4.944 nel 2013) con un aumento significativo di fragole (1,888 tonnellate), ciliege (1.190), kiwi (8.773) e lamponi (0,903). Fragole e piccoli frutti che sono stati destinati per il 49% alla grande distribuzione, per il 31% al mercato ortofrutticolo e per il 9% all’export. Grazie a ben 441 ettari coltivati dai soci e al lavoro costante di 169 dipendenti e tecnici, il fatturato 2014 si è così attestato a 48,4 milioni di euro.
In sole tre stagioni Sant’Orsola ha saputo avviare con successo una fase di risanamento generale, con l’indebitamento verso le banche calato del 50% (ora attorno ai 5 milioni di euro) e con il bilancio che si chiude con un utile d’esercizio di 176 mila euro (era stato di 132 mila euro nel 2013). Un’azienda ortofrutticola in salute pronta ad investire ed a dare nuova fiducia ai soci, anche attraverso il nuovo «marchio Sant’Orsola» (rivisto nella grafica), ed accompagnato dal nuovo slogan «Piccoli produttori, grandi sapori».
Negli ultimi anni da una parte sono state avviate una serie di manovre per stabilizzare l’azienda (destinazione dell’utile a riserva del patrimonio netto, potenziamento del fondo svalutazione crediti, adeguamento dell’aliquota degli ammortamenti sugli immobili e svalutazione prudenziale dei fondi per attività di ricerca e sviluppo), dall’altra sono aumentati gli investimenti nelle attività di ricerca, sia di nuove varietà sia di tecniche colturali. «Nei prossimi anni siamo pronti ad investire in innovazione, qualità e nuovi sbocchi di mercato (sino a 20 milioni in 10 anni) - ha spiegato il direttore Bortolini - oggi le aziende agricole hanno bisogno di un’iniezione di fiducia. La nostra cooperativa è in salute e siamo pronti a garantire maggiore liquidità ai soci per permettere piccoli investimenti ed affrontare con coraggio i costi di produzione».
Valorizzare quindi la produzione dei soci, garantendo al consumatore la qualità migliore sul mercato. «I soci sono i veri protagonisti di questa impresa - ha concluso il presidente Bertoldi - è richiesto loro un meticoloso lavoro di selezione per mantenere un elevato standard di qualità, l’elemento vincente sul mercato».