Spiagge chiuse dopo le 22: reazioni opposte al divieto
Un segnale forte per tutelare spiagge, abitazioni ed esercizi pubblici, ma anche un divieto difficilmente applicabile e che rischia di affossare lo sviluppo turistico di San Cristoforo.
Non mancano le reazioni all’ordinanza del sindaco di Pergine Roberto Oss Emer che da domani imporrà il divieto d’accesso notturno alle spiagge della Darsena, centro nautico comunale ed ex discoteca Lido e sulle attigue strade comunali. Un provvedimento assunto di fronte ai ripetuti atti vandalici a spiagge, abitazioni ed esercizi pubblici, alle ripetute lamentele di residenti e operatori, e alla presenza incontrollata di tanti giovani (molti minorenni) sino alle prime ore dell’alba.
«L’ordinanza avrà un’applicazione puntuale, ma graduale e ispirata dal buon senso - spiega il comandante del corpo di polizia locale Alta Valsugana Andrea Tabarelli - nessuno vuole impedire l’utilizzo di spiagge e strade comunali a residenti e turisti, ma porre un freno al poco senso civico e alle intemperanze di una minoranza di utenti. Un provvedimento a favore di residenti e operatori che diventa un monito e un richiamo alla responsabilità per tanti ragazzi e i loro genitori».
Polizia locale e forze dell’ordine continueranno la loro presenza notturna a San Cristoforo, anche se nessuno si nasconde la difficoltà d’applicazione del divieto. «Porre un divieto d’accesso alle spiagge sin dalle 22 della sera è inutile e penalizza turisti e clienti di ristoranti e pizzerie - precisa Davide del ristorante “La Darsena” -; tutti sappiamo da dove vengono, quali locali frequentano e in quali ore agiscono (dopo la chiusura della discoteca) i responsabili di tali vandalismi. Quest’ordinanza non risolve il problema, non allontana gli autori dalla zona (dalle spiagge si sposteranno lungo la provinciale), ed è solo un ennesimo colpo all’immagine e al rilancio turistico: un colpo mortale per San Cristoforo».
Tesi sposata da altri operatori economici, ma non da tutti. «Il sindaco si è dimostrato sensibile e attento alle esigenze dei residenti - commenta Eleonora della locale edicola -, la situazione era ormai inaccettabile ed incontrollabile. L’ordinanza da sola non basta, ma è un primo passo per riportare ordine e vivibilità».
Difficile capire se qualcosa cambierà da domani e quale sarà la reazione dei giovani coinvolti. «I tempi e le modalità dell’ordinanza posso essere discutibili e migliorabili, ma va posto un limite a tali comportamenti - spiega il giovane consigliere comunale Daniele Di Gregorio - le spiagge sono patrimonio di tutti e devono essere tutelate e valorizzate. Forse si potrebbe controllare i giovani all’uscita dai locali e agevolare il loro deflusso da San Cristoforo, senza aspettare che arrivi il primo treno o mezzo pubblico (non prima delle 6.30)». «Si potrebbe prevedere nella zona un presidio notturno con operatori sociali e animatori di strada - propone Gianluca Samarelli , presidente della cooperativa Archè attiva al centro nautico Ekon - ma risorse e tempi non lo consentono. L’ordinanza deve essere da stimolo per avviare un’azione di prevenzione e recupero del disagio giovanile: tema che interpella tutti vista l’assenza e difficoltà delle famiglie d’origine».
Decisamente critico è invece il Patt che si dice "basilo e allibito" e promette battaglia in consiglio comunale affinché l'ordinanza venga revocata o annullata: per gli autonomisti, quella presa è una decisione "discriminatoria e lesiva delle libertà personali", un "provvedimento da Stato di polizia" che renderà impossibile, per i cittadini, "godere e fruire di beni e infrastrutture realizzati con denatro pubblico".