Esplode la palazzina a Miola: morto Mauro Gessi
È stata un'alba di devastazione, quella di ieri a Miola di Piné, dove una violentissima esplosione è costata la vita ad un uomo, lasciando illesi soltanto per miracolo i quattro componenti di un'altra famiglia. Lo scoppio, che ha devastato l'appartamento centrale di una palazzina che ne ospita altri tre, danneggiando in maniera pesantissima anche questi ultimi, si è verificato alle 5.50 del mattino di ieri in via dei Broili. Una deflagrazione impressionante, che ha scagliato a decine di metri interi pezzi di cappotto, di infissi, di muratura.
A perdere la vita, Mauro Gessi, cinquantaseienne originario di Ferrara ma che ormai da anni viveva sull'altopiano, prima in una abitazione di Baselga, poi a Miola. Nell'appartamento viveva solo: è stato ritrovato nei locali al pian terreno dove si era ritirato per togliersi la vita, come confermerebbe il mesaggio che soccorritori e forze dell'ordine hanno trovato ieri a seguito del loro intervento. L'esplosione non sarebbe stata, tuttavia, pianificata dall'uomo. Nella stanza è stata rinvenuta una bombola dalla quale Gessi avrebbe tentato di inalare del gas. Lo stabile, realizzato nel 2007, era certificato come casaclima, dunque all'interno non avrebbe dovuto trovarsi la bombola che, tuttavia, pare venisse utilizzata da Gessi come sorgente supplementare di riscaldamento per i locali del piano terra, che il cinquantaseienne aveva riadattato come piccola taverna, dove usava appunto anche un fornello a gas.
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In via dei Broili sono intervenuti i vigili del fuoco permanenti di Trento, i volontari di Piné, Bedollo, Pergine e Fornace, oltre sanitari del 118 (anche con l'elicottero dei vigili del fuoco permanenti il cui intervento è stato vano) e ai carabinieri. Al momento, i militari dell'Arma che si stanno occupando delle indagini - curate assieme ai funzionari dei vigili del fuoco i cui rilievi sono fondamentali per ricostruire i fatti - hanno raccolto elementi che farebbero emergere l'accidentalità dell'esplosione, legata all'innesco casuale (l'entrata in funzione di un elettrodomestico dotato di timer, o di una semplice radiosveglia) in un ambiente saturo di gas. La violenza dell'esplosione è stata tale non solo da mandare in frantumi i vetri di numerose finestre degli edifici del circondario, ma anche da scagliare pezzi di infissi fino alla casa di fronte, quella del civico 6 che ospita appartamenti ed un salone di barbiere: evidenti i segni dell'impatto di pezzi di mattoni o finestre contro il muro.
Una palazzina trasformata dunque in una sorta di gigantesca granata, con effetti che avrebbero potuto essere terribili soltanto a qualche ora di distanza (i dettagli nell'articolo qui sotto). Ma le conseguenze dello scoppio sono state avvertite soprattutto dalla famiglia Boneccher, con Edoardo, la Moglie Loretta ed i figli, catapultati di colpo in un incubo: la coppia si stava svegliando, mentre i figli ancora dormivano. Nessuno di loro ha accusato traumi o ferite, con Edoardo Boneccher che ha anche generosamente tentato di prestare soccorso al vicino. Per loro da ieri mattina è iniziato tuttavia un calvario, legato all'abbandono forzato della propria quotidianità conservata in casa: tutta la palazzina è inagibile e serviranno settimane per ripristinare i locali. Il soggiorno è stato letteralmente devastato dagli effetti dell'esplosione, che ha abbattuto la parete che divideva il loro appartamento da quello del vicino.
I vigili del fuoco già nella mattinata di ieri hanno accompagnato la famiglia in casa per il recupero di qualche oggetto personale: per questi primi giorni la famiglia Boneccher sarà ospite di albergatori di Miola, anche grazie all'immediata mobilitazione dell'amministrazione comunale di Piné.
Danni ingenti anche per gli altri due appartamenti dello stabile, quelli dell'ala più a sinistra della palazzina. Entrambi erano vuoti ieri mattina: il proprietario Paolo Tasin occupa quello al piano superiore soprattutto nei mesi estivi, affittando invece quello che si trova al piano terra, privo, in questi giorni, di ospiti.