Nogaré, per la curva senza guard-rail è ancora aperta una causa milionaria per un’altra vittima
Venerdì il dramma di Elisa e Sandro Prada, nello stesso punto in cui morì uscendo di strada una donna di Piné nel 2012
PERGINE. Il dramma di Sandro ed Elisa Prada, padre e figlia morti venerdì scorso uscendo di strada in moto. Il dramma di Iole Bombardelli in Bernardi, 76enne di Montagnaga che il 7 luglio 2012 perse la vita dopo essere precipitata con la sua Fiat Cinquecento in un dirupo. Incidenti stradali mortali dalla dinamica diversa, accomunati da una circostanza: in entrambi i casi i due mezzi a motore sono usciti di strada in un tratto privo di guard rail, mentre scendevano percorrendo la Sp 66, la provinciale che dal Pinetano raggiunge Pergine.
Quella strada, a tratti molto scoscesa, oggi nei tratti più esposti è protetta da barriere di sicurezza. Barriere fatte installare ancor prima che si concludesse la causa civile da un milione di euro intentata dagli eredi di Iole Bombardelli contro la Provincia proprio per l'assenza, all'epoca, di guard rail protettivo. In primo grado il tribunale di Trento diede ragione agli eredi della defunta, assistiti dall'avvocato Lorenzo Eccher: pur riconoscendo un concorso di colpa dell'80% in capo alla donna, il giudice ritenne che la strada fosse a tratti pericolosa e andasse protetta, con responsabilità da parte dell'ente gestore del 20% e riconoscimento ai familiari di un risarcimento di 130 mila euro.
La sentenza è stata riformata dalla Corte d'appello di Trento che in secondo grado ha dato ragione alla Provincia. I giudici d'appello di fatto confermano la necessità di installare barriere protettive, ma ritengono che nello specifico caso non ci sia l'effettiva sussistenza del nesso tra l'assenza del guard-rail, la conseguente uscita di strada del veicolo e il decesso del suo conducente. In pratica secondo i giudici Iole Bombardelli non sarebbe morta precipitando con la sua auto nel dirupo per quasi 80 metri, ma per cause naturali come un improvviso malore alla guida.
La causa civile sul guard rail "fantasma" pende ora davanti alla Cassazione per l'ultimo giudizio civile.In primo grado il Tribunale sottolineò che quel tratto di strada era caratterizzato da una «apprezzabile pericolosità» - ci sono una profonda scarpata e pendenze notevoli - ritiene che non fosse affatto remota la possibilità che un conducente, per il manto stradale scivoloso piuttosto che per un malore o un colpo di sonno, potesse perdere il controllo del mezzo e precipitare nella scarpata. Circostanza che avrebbe dovuto indurre la Provincia a posizionare un guard rail. Ancor prima che si concludesse il contenzioso civile l'ente gestore ha fatto proteggere con guard rail i tratti più pericolosi della Sp 66 che dall'altopiano di Piné scende verso Nogaré e Pergine.
Il guard rail c'era, ma era stato interrotto in prossimità di una curva per far spazio ad una strada forestale, dove venerdì scorso padre e figlia sono finiti fuori strada perdendo la vita. Ma in questo caso la moto è precipitata nella scarpata in un tratto piano, privo di insidie almeno apparenti.
A stabilire la dinamica dell'incidente ed eventuali responsabilità penali per la morte di Sandro ed Elisa Prada sarà l'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Trento.