Morìa di pesci nel lago di Canzolino, si cercano le cause: riscaldamento del clima, alghe o una fognatura?
Numerosi esemplari di tinche, scardole e coregoni trovati nel canneto: interessata la Fondazione Mach per una analisi, per ora tutte le ipotesi sono aperte
CANZOLINO. Un fenomeno naturale legato al repentino cambiamento di temperatura ed ossigenazione dell'acqua, o un segnale di degrado o inquinamento ambientale? Preoccupa il recente rinvenimento di diversi esemplari di pesci morti (scardole, tinche e coregoni) sulle rive e tra i canneti del lago di Canzolino, specchio d'acqua perginese posto poco distante dalle frazioni perginesi di Madrano e Canzolino e a ridosso della strada provinciale n. 66 che collega Pergine a Montagnaga di Piné.
La moria di pesci, in particolare delle specie ittiche dei Ciprinidi e Salmonidi, si sarebbe evidenziata a partire dalla calde giornate di metà agosto, ed è ora testimoniata da alcune foto postate sulle pagine e gruppi social più noti nella comunità perginese (accompagnata da una serie di messaggi ed ipotesi più o meno reali o fantasiose).
««Della moria di pesci sono stato avvisato solo pochi giorni fa - spiega Roberto Casagrande presidente dell'associazione pescatori Canzolino e Madrano (60 soci) titolare della concessione di pesca sui due laghi di proprietà del comune di Pergine - un fenomeno che si era registrato già qualche anno fa, ma che ora sembra assume dimensioni e preoccupazioni maggiori. Non voglio per ora fare alcuna ipotesi sulle cause, ma informeremo dell'accaduto l'Agenzia provinciale protezione ambiente (Appa) e la Fondazione E. Mach, nella speranza che alcune analisi puntali ci consentano di capire motivi e dimensioni del fenomeno».
Il bacino di Canzolino, privo di immissari ed emissari, è per altro noto per la scarsità di ossigeno nelle acque più profonde del lago (in passato era attivo anche un ossigenatore-limno) e la presenza di nutrienti che alimentano le alghe, ma che privano di ossigeno le zone più fredde e profonde dove vive gran parte della fauna ittica.
«Non ho potuto esaminare da vicino la situazione e verificare quali specie ittiche stiano soffrendo o morendo - spiega il noto ittiologo e naturalista perginese Lorenzo Betti - sicuramente le giornate più calde, e il surriscaldamento delle acque, può aver provocato un'ulteriore carenza di ossigeno negli strati più profondi causando la morte soprattutto dei salmonidi (coregoni) che più richiedono la presenza ed il ricambio d'acqua ricca di ossigeno».
Un fenomeno quindi in gran parte naturale, ma che evidenzierebbe anche la presenza eccessiva di nutrienti sul fondo del lago di Canzolino. «Un fenomeno tipico a molti laghi trentini e in particolare al lago di Serraia sull'Altopiano di Piné, da anni alle prese con il fenomeno dell'eutrofizzazione algale (con vistose fioriture nel periodo estivo) e alla carenza di ossigeno - spiega ancora Lorenzo Betti - Canzolino, pur privo di immissari, ha sempre evidenziato una notevole quantità di nutrienti che giungono nel lago attraverso la sua falda sotterranea. Impossibile capire e conoscere con certezza causa ed origini del fenomeno (forse qualche ramale delle rete fognaria non sufficientemente captato ed isolato ndr). Non credo che svuotare o dragare le acque del lago potrebbe migliorare la situazione, incidendo invece in modo molto impattante sul suo ecosistema naturale, mettendo a rischio la sussistenza del micro habitat delle sue acque ricco di tante specie florali e faunistiche, oltre che di diverse famiglie ittiche»