Parla la vigilessa che ha salvato sei persone dall’incendio: «Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti, sono contenta che non si sia fatto male nessuno»
Elisa Kaltenhauser, della Polizia Locale di Pergine, racconta i drammatici momenti a Costasavina, «ho alzato gli occhi per caso, fossi passata dieci minuti prima non avrei visto il bagliore»
PERGINE. «Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti, e sono contenta non si sia fatto male nessuno»: non cerca i riflettori Elisa Kaltenhauser, l'agente in forza al corpo di polizia locale dell'Alta Valsugana che domenica mattina, prima delle 3, stava rientrando a casa a Costasavina dopo il turno notturno.
Ma è grazie a lei che quattro famiglie hanno potuto salvarsi dalle fiamme che hanno avvolto i tetti di tre case, nel nucleo storico del paese. È grazie alla sua prontezza se sono stati allertati i soccorsi giusto in tempo per evitare che l'incendio avvolgesse anche altre case, con conseguenze inimmaginabili.Dopo una notte a dir poco turbolenta, con pochissimo tempo per riposare,
Elisa domenica pomeriggio è tornata in servizio,senza mai staccare: l'abbiamo raggiunta al telefono ieri mattina, per farci raccontare come sono andate le cose.
«Tornando a casa dopo il turno - racconta - sono arrivata con la macchina al bivio della fontana (fra via S. Martino e via don Modesto Piva, ndr). Dato che era freddo, magari ghiacciato, ho rallentato molto. Non so per quale motivo, invece di guardare la strada ho alzato gli occhi, e ho visto fra le finestre, nel sottotetto della casa davanti a me, un bagliore rosa. All'inizio mi sono sembrate luminarie natalizie, poi ho realizzato che si trattava di un incendio. Ho visto il fumo, in un attimo sono uscite le fiamme alimentate anche dal vento che soffiava».
Come avrà modo di realizzare poi, quando l'adrenalina ha smesso di farsi sentire, il fattore tempo, in questo caso, è stato determinante: «Sarebbero bastati dieci minuti prima o dieci minuti dopo, e non mi sarei potuta accorgere di nulla se non avessi alzato lo sguardo, le fiamme avrebbero potuto divampare senza che nessuno se ne accorgesse. Non so cosa sarebbe potuto succedere se l'incendio fosse scoppiato durante la settimana».
Si tratta, è il caso di dirlo, di una provvidenza quanto accaduto. Una volta realizzato che le fiamme stavano già divorando il tetto in modo incontrollato, Elisa si è attaccata ai campanelli delle case interessate dalle fiamme, ha cominciato a urlare, a fare più rumore possibile perché tutti si mettessero in salvo: «Nell'immediato le persone non rispondevano al campanello, perché è normale che in piena notte ci voglia un po' per realizzare quanto sta accadendo. Alcune persone sono scese in strada in intimo, altri coi bambini in braccio ancora addormentati, di corsa a spostare le macchine parcheggiate per far posto ai mezzi dei vigili del fuoco. Sono state scene davvero incredibili».
Le famiglie che occupavano le case incendiate sono ancora tutte sfollate: si attende il rapporto dei vigili del fuoco di Trento per capire anzitutto le cause del rogo e solo in seguito stabilire chi potrà rientrare nelle abitazioni.
Foto Vigili del Fuoco Pergine