Artigiani del Garda: la crisi non è finita
Se c'è, è probabile che il «venticello» della ripresa economica stia soffiando lievemente altrove. Alle nostre latitudini, pur in una situazione meglio strutturata e che per questo ha assorbito l'impatto lasciando meno «morti» sul campo, i nuvoloni della crisi incombono ancora e c'è il rischio che il peggio debba ancora venire. Ne è convinto, suo malgrado, Graziano Rigotti , titolare della «Elimp snc» ma soprattutto presidente dell'Associazioni Artigiani dell'Alto Garda e Ledro, mentre scorre sconsolato i dati consuntivi del 2013
RIVA - Se c'è, è probabile che il «venticello» della ripresa economica stia soffiando lievemente altrove. Alle nostre latitudini, pur in una situazione meglio strutturata e che per questo ha assorbito l'impatto lasciando meno «morti» sul campo, i nuvoloni della crisi incombono ancora e c'è il rischio che il peggio debba ancora venire.
Ne è convinto, suo malgrado, Graziano Rigotti , titolare della «Elimp snc» ma soprattutto presidente dell'Associazioni Artigiani dell'Alto Garda e Ledro, mentre scorre sconsolato i dati consuntivi del 2013. Di fatto il segno «meno» ricorre spesso e assume sostanza anche pesante nel momento in cui si parla in dettaglio di aziende del settore edile, del trasporto e della meccanica.
In termini generali negli ultimi due anni (periodo 2011-2013) hanno chiuso 35 aziende con un valore assoluto passato da 1082 a 1047 realtà medio-piccole. Solo nell'ultimo anno il saldo negativo è stato di 21 unità, pari al 2% del totale, mentre alla voce «addetti» (quindi lavoratori, quindi persone) si è passati dai 3043 di fine 2012 ai 3020 al 31 dicembre scorso (-0,8%). Allargando maggiormente il lasso temporale di analisi, dal 2008 ad oggi le imprese iscritte all'Albo dell'associazione sono calate di 59 unità con una perdita di 56 posti di lavoro. Solo a Riva, dal 2011 a fine 2013, il saldo negativo alla voce «imprese» è stato di 16 imprese pari a quasi cinque punti percentuali.
«Rispetto ad altri territori anche vicini che hanno pagato e stanno pagando pesantemente la crisi - sottolinea il presidente Rigotti - la nostra fortuna, se vogliamo chiamarla così, è quella di avere un tessuto di imprese maggiormente strutturate. Ma ciò non toglie che i segnali di forte sofferenza si fanno sentire molto di più rispetto al passato. E purtroppo ritengo che il 2014 sarà l'anno più duro».
A parte la frenata del settore immobiliare che a cascata si riverbera su quello edilizio, basta fare un giro per Riva (tanto per fare un esempio) di questi tempi e pensare a qualche anno fa. Questo era il periodo delle ristrutturazioni alberghiere, dei «grandi lavori» di ammodernamento e riqualificazione prima dell'avvio della nuova stagione turistica. «Oggi, a parte qualche rara eccezione - conferma Rigotti - il settore è praticamente fermo e quindi vengono a mancare commesse per gli artigiani della zona. Ormai siamo costretti a lavorare alla giornata e le prospettive non sono incoraggianti. Nella nostra dimensione poi è molto difficile lasciare a casa lavoratori e dipendenti che più che dipendenti rappresentano un patrimonio dell'azienda. Questo aspetto umano è molto sentito nelle realtà del nostro settore».
Provincia e Comuni hanno tagliato drasticamente risorse e appalti pubblici. La sofferenza di «molti» si ripercuote sulle imprese che fanno fatica a incassare i pagamenti dovuti. Per dare un attimo di respiro in assenza di grandi prospettive, proprio in queste settimane l'Associazione Artigiani dell'Alto Garda e Ledro ha siglato un accordo con la Cassa Rurale Alto Garda finalizzato appunto a smuovere, per quanto possibile, consumi e quindi economia. In pratica i privati che decidono di effettuare interventi di ristrutturazione, riqualificazione, ammodernamento dei propri immobili, nel momento in cui chiederanno un mutuo potranno usufruire di tassi particolarmente agevolati se, e soltanto se, almeno il 75% dei lavori verranno commissionati ad imprese del territorio. Non sarà la panacea di tutti i mali ma qualche segnale positivo, sperano gli artigiani, potrebbe produrlo.
Una richiesta che parte del presidente Rigotti, e rivolta all'ente pubblico a cominciare dalla Provincia, è quella di procedere ad «appalti pubblici di dimensioni ridotte, da 2, 3, 4 milioni di euro, in modo - osserva - che possano partecipare le imprese del nostro territorio». In questo senso «è venuto il momento di abbandonare progetti faraonici e puntare di più su ristrutturazioni e riqualificazioni». Un discorso che calza a pennello, ad esempio, per l'annosa questione del nuovo Palafiere di Riva, sulla quale l'associazione si trova in sintonia con l'ente gestore (Riva Fiere&Congressi) rispetto alla prospettiva auspicata di intervenire sulla riqualificazione dell'esistente.