Punto nascite di Arco, il ministero alla Salute risponde a Fraccaro: «Chiusura legittima»
Rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, il ministero alla Salute, recependo in toto gli elementi di risposta forniti dall'assessorato alla Salute della Provincia autonoma di Trento, ha confermato che la chiusura del punto nascita dell'ospedale di Arco «è avvenuta in seguito ad una valutazione tecnica e terza, basata sui criteri di sicurezza, da parte del Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) e fatta propria dal ministero». Lo sottolinea in una nota la Provincia di Trento.
Nella risposta ministeriale viene, infatti, ribadito ancora una volta che "i parametri operativi di sicurezza e tecnologici delle unità operative di Ostetricia, tra cui il criterio dei 500 parti/anno, sono funzionali unicamente all'aumento della sicurezza per la donna ed il neonato, quindi nulla hanno a che fare con considerazioni di tipo economico".
Dalla risposta si evince anche come la competenza sulle soglie minime di attività, così come sui parametri qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell'assistenza sia in capo allo Stato, tanto che la declinazione degli stessi è contenuta nel decreto ministeriale n.70/2015. Il ministero ribadisce quindi come "la possibilità di derogare alla soglia dei 500 parti/anno risulti essere una procedura 'eccezionalè la cui richiesta va formulata seguendo le indicazioni e fornendo le informazioni puntuali - contenute in un protocollo metodologico appositamente predisposto - richieste dal Comitato Percorso Nascita nazionale".