«Negozi rivani, gli affitti sono troppo onerosi»
Cifre esorbitanti alla base di tanti cambi di gestione
Avviare e mantenere una propria attività commerciale non è facile, lo è ancora di meno quando gli affitti sono alti. Sulle pagine de l'Adige , in occasione dell'articolo sulle chiusure di negozi nel centro di Riva, era già emerso come il fattore canoni d'affitto fosse una voce di bilancio pesante, soprattutto in questo perdiodo dove gli affari non sono più come un tempo. Per fare chiarezza abbiamo chiesto un parere a Benito Negri , titolare dell'agenzia «Solo affitti», sicuramente competente nel settore. Negri conferma la situazione: «Gli affitti a volte sono alti, ci sono parecchi commercianti che faticano a pagare e tutti i settori soffrono, dall'abbigliamento ai ristoranti e bar». Vi sono vari fattori che influenzano il canone d'affitto, dalla posizione, alla grandezza del locale ai flussi di potenziali clienti, che possono essere stagionali o annuali, su questo Negri specifica:
«Le zone più interessanti per Riva sono la zona a fronte lago, una parte di viale Dante, via Florida e via Fiume per il turismo. Bisogna - sottolinea Negri - tenere presente dove sono i grandi marchi, quelli sono i posti dove è garantito un flusso significativo durante tutto l'anno». Per quanto riguarda proprio e grandi marche Negri non è così ottimista: «Riva del Garda non è più così attrattiva per i grandi marchi, che preferiscono altre città lacustri, da Sirmione, Desenzano e Peschiera, ben collegate con strade e ferrovie, a volte perfino Limone è preferita alla nostra sponda trentina. Il problema - dice Negri - sta nel fatto che si basa la nostra economia solo sui pernottamenti, non facciamo abbastanza per intrattenere il turista, ed il commerciante viene considerato poco».
Claudio Miorelli presidente dei commercianti e di Confcommercio conferma: «Gli affitti sono sproprozionati da tempo e le varie reti commerciali frammentano il bacino dei clienti, se i grandi marchi - continua Miorelli - se ne vanno è un'ulteriore conferma dei canoni alti. Se si trovasse il modo di incontrare i locatori si potrebbe trovare un punto di incontro, coinvolgendoli per costruire un'unicità commerciale andando oltre al mero incasso». L'assessore rivano, Massimo Accorsi , con le deleghe al commercio da un'altra lettura della situazione: «Di flussi a Riva del Garda ce ne sono, basti pensare che la metà delle presenze (un milione e settecentomila) di tutto l'Alto Garda sono a Riva. Gli affitti - prosegue l'assessore - posso essere non in linea con i tempi di crisi, ma è anche vero che aumentano le attività commerciali che generano di conseguenza un incremeto della domanda di locali e quindi un rialzo dei canoni. Certo bisogna migliorare in tempi brevi i collegamenti con la nostra zona, mentre, per quanto riguarda la poca attrattività di Riva per i grandi marchi, è una questione che va analizzata e capita».
Massimiliano Martinelli presidente del consorzio Riva in centro è in linea con l'analisi dell'assessore: «Ci sono zone di Riva che riescono a reggere ed altre, anche poco distanti, che non riescono a far fronte alle spese. Gli affitti sono soggetti alle leggi di mercato di domanda e offerta e le richieste rimangono alte. Per quanto riguarda grandi marchi va fatta molta analisi e ricerca, Limone e Riva sono due realtà diverse ma allo stesso tempo complementari che si equivalgono sia come flussi turistici che a livello commerciale».
Non solo affitti, ma anche attrattività, flussi turistici e collegamenti sono le questioni che il commercio della zona deve affrontare. Temi non nuovi e non da ora sul tavolo, ma che con il mordere della crisi e le nuove forme di concorrenza si fanno più pesanti.