Lo sfogo dei vigili del fuoco Lentezze e meno contributi
Non è bastata la donazione di 50 mila euro effettuata da una coppia di coniugi tedeschi «innamorati» di Arco per riportare un sorriso «vero» al comandante Stefano Bonamico e a tutti i Vigili del fuoco volontari del Corpo di Arco, che l’altra sera hanno tenuto la loro assemblea annuale per l’approvazione del rendiconto 2017 e della relazione dello stesso comandante.
Aumentano gli interventi, aumentano le ore richieste al personale, aumenta la necessità di formazione e preparazione ma, ha detto in buona sostanza Bonamico, di pari passo aumentano le lentezze burocratiche e non aumenta il sostegno sia finanziario che operativo che dovrebbero fornire strutture superiori come la Cassa Provinciale Antincendi e il Servizio Antincendi. Un «lamento» oggettivo che peraltro fa il paio con quello manifestato poche settimane or sono dal collega comandante del Corpo di Riva Graziano Boroni.
In tutto il 2017 i volontari arcensi hanno effettuato la bellezza di 945 interventi, il 34% in più dell’anno precedente. Sono rimasti sostanzialmente stabili quelli per incidenti stradali ma sono cresciuti del 20% quelli per incendi veri e propri, che si sia trattato di abitazioni, cassonetti, incendi boschivi o quant’altro. I Vigili in servizio attivo del Corpo di Arco sono 58, 7 in più del 2016, e anche gli allievi sono aumentati (24 contro 21). Ma soprattutto è aumentato l’impegno, un impegno al quale i volontari arcensi di certo non si sottraggono. Non così la «collaborazione» degli organi provinciali preposti. «Tra i costi che annualmente il Corpo si trova a dover far fronte ci sono, in maniera crescente negli ultimi tre esercizi - scrive Bonamico - quelli per la formazione che nel 2017 hanno inciso per 4.117,50 euro. Per far fronte alle necessità normative infatti, non trovando risposta nella Scuola Provinciale Antincendi, il Corpo si trova costretto a rivolgersi ad enti di formazione privati, o a istruttori ed entri specializzati fuori provincia».
C’è poi la questione dei cosiddetti «Dpi», i dispositivi di protezione individuale. I contributi sono stati ridimensionati e, sottolinea Bonamico nella sua relazione, «con l’attuale legislazione in termini di sostituzione delle attrezzature, i parametri considerano esclusivamente l’età del mezzo e non quanto lavoro ha svolto negli anni. Nel 2017 l’interventistica che il Corpo di Arco ha sostenuto è pari o superiore a quanto svolto da intere aree o vallate della nostra provincia». Altro problema denunciato dal comandante arcense è la lentezza nei pagamenti della pubblica amministrazione, che si ripercuote ovviamente sulla liquidità di cassa. Tanto per fare un esempio, per la richiesta di un acconto per l’acquisto di un nuovo polisoccorso con piano pluriennale (25 mila euro la cifra richiesta), l’attesa è stata di ben un anno e 8 mesi e ci sono voluti 7 mesi per avere 111 euro come contributo «per attività prestata in incendi boschivi».