Turismo: male giugno, ma la stagione va bene
Il giro di boa di metà anno, per quanto non fornisca valutazioni e dati definitivi, è sempre utile quando si parla di turismo altogardesano.
«Garda Trentino spa» ha diffuso ieri venti pagine di statistiche aggiornate proprio sui numeri dell'ospitalità in Busa da gennaio a giugno, una metà anno che storicamente è molto importante per il nostro ambito - più di quanto accada altrove - perché il turismo germanico punta sul Garda già in occasione dei ponti festivi primaverili, allungando di fatto una stagione che ormai inizia a fine febbraio e si conclude a novembre, peraltro riprendendo vigore tra dicembre e gennaio grazie all'iniziative poste in essere negli ultimi anni.
I dati disponibili fino a gennaio descrivono tre dinamiche interessanti. La prima è anche rassicurante, perché il totale degli arrivi e delle presenze è ancora in crescita e promette quindi un nuovo record a fine anno (il 2017 si era concluso con il superamento del "muro" dei 3,5 milioni di presenze). La crescità degli arrivi si attesta sul 2,2%, quella delle presenze sull'1,2% con una permanenza media di 3,5 giornate in riva al Garda.
Il secondo elemento è di senso opposto: giugno non è stato un buon mese. Le sensazioni raccolte tra gli operatori il mese scorso erano corrette. Il dato complessivo si ferma a -12,4% per le presenze degli stranieri e a -3,9% per quelle degli italiani, un calo che ha colpito di più il settore extralberghiero (-21,4% le presenze straniere) e meno quello alberghiero (che comunque segna -9,3% di presenze italiane e -5,5% di straniere). Sono gli effetti del maltempo, con un inizio estate spesso bagnato da pioggia e temporali, ma anche del "buco" che si crea tra i ponti festivi di maggio (Pentecoste e Ascensione) e il turismo estivo di luglio e agosto. Un dato che comunque non allarma nessuno, proprio perché si inserisce in un contesto semestrale i cui totali restano positivi e che non a caso segue un mese di maggio molto positivo, con le presenze degli italiani a +16% e quelle degli stranieri addirittura a +31%.
Gli effetti della Pasqua anticipata - ma siamo a livello di curiosità statistica - sono ben visibili nel numero positivo a tre cifre registrato a amrzo: +128% di presenze straniere, ovviamente in parte compensato dal dato negativo di aprile (-30% di stranieri) legato alla medesima dinamica.
E veniamo al terzo elemento che emerge dalle statistiche di «Garda Trentino spa». È quello del turismo italiano che fa segnare numeri molto "ballerini" con importanti differenze anche tra una località e l'altra dell'Alto Garda. Quasi una ridistribuzione interna con una sostanziale stabilità per Riva, un calo diffuso per Arco (-4,9% le presenze del semestre) e un exploit per i piccoli centri: +8,7% a Nago-Torbole (dato totale che nasconde un +35% di presenze italiane nell'extralberghiero), il significativo +43,1% di Dro e Drena insieme (sempre per le presenze italiane) e infine il dato di Tenno, dove però tutti i numeri sono sorprendentemente positivi, italiani e stranieri, con addirittura un +37,4% di presenze straniere.
Chiaro che più piccoli sono i numeri assoluti (cioè il numero di arrivi e presenze registrate) più marcata diventa ogni variazione percentuale. Effetto che per Tenno, Dro e Drena risente sicuramente dell'aumento dei posti letto e in particolare dei nuovi B&B aperti nell'ultimo anno. Complessivamente, infatti, i posti letto del Garda Trentino sono cresciuti di 600 unità: +387 a Riva, +66 a Nago-Torbole, +70 ad Arco, +32 a Tenno, +30 a Dro, +16 a Drena.
«Il problema - segnala il presidente di "Garda Trentino spa", Marco Benedetti - è che di quei 600 posti letto in più, 350 sono in appartamenti turistici. I Comuni devono fare attenzione a questa dinamica, che può avere effetti sia sulla qualità del turismo che sulla disponibilità di alloggi per i residenti in cerca di affitto».
Altra dinamica da verificare, per Benedetti, è poi la capacità di spesa dei turisti: «Bene i dati positivi, ma restiamo prudenti. Solo a fine anno, con i dati bancari e dell'Unione commercio, sapremo se si è trattato di turisti che ci hanno lasciato qualcosa».