Il 2021 comincerà col "botto" Ponale, a gennaio l'operazione per la grande frana controllata
Uno slittamento che non dovrebbe comunque compromettere la tabella di marcia per arrivare alla riapertura della Ponale entro Pasqua 2021, sempre che nel frattempo la pandemia abbia dato tregua a tutti. Di certo c'è che le operazioni di brillamento per sbriciolare un grosso torrione di roccia da oltre 300 metri cubi che incombe sulla vecchia strada per la Val di Ledro non avverranno prima del nuovo anno e del ritorno alla normalità dopo le feste natalizie.
La conferma è arrivata ieri dal geometra Jacopo Dalpiaz, direttore del cantiere che sta operando ormai da un paio di mesi per eseguire i lavori di demolizione e consolidamento della parete della Rocchetta sovrastante la Ponale, lavori funzionali alla messa in sicurezza della vecchia strada, ora catalogata come «sentiero alpinistico per esperti», e della futura Ciclovia del Garda. «La Questura ha firmato proprio in queste ore le necessarie autorizzazioni - fa sapere il direttore Dalpiaz - ma ha inserito una serie di prescrizioni che rendono di fatto impossibile rispettare la tabella di marcia che prevedeva il brillamento già prima delle festività natalizie. A questo punto aspetteremo dopo l'Epifania».
Il blocco da 300 metri cubi di roccia si trova nella parte iniziale del suggestivo percorso che una volta rappresentava l'unica via di collegamento con la Val di Ledro, poco al di là della prima galleria. È una specie di torrione staccato dalla massa rocciosa della Rocchetta e per questo rappresenta un potenziale pericolo che va eliminato. Un'esplosione indotta e controllata di queste dimensioni non si è mai verificata lungo quel versante di montagna che si affaccia su Riva e sul lago e la delicatezza dell'intervento ha richiesto il coinvolgimento e la regia dell'ingegnere specializzato Danilo Coppe, colui che un anno fa coordinò l'abbattimento dei piloni rimasti in piedi del ponte Morandi a Genova.
Per far brillare il blocco di roccia verranno utilizzati circa 55 chili di esplosivo, piazzati - spiega ancora il direttore del cantiere Jacopo Dalpiaz - in 46 fori del diametro di 42 millimetri e di 6 metri di profondità ricavati nella roccia. Di fatto sembrerà un'unica esplosione ma il timing prevede 13 «microritardi», in pratica 13 esplosioni differenti distanziate l'una dall'altra da millesimi di secondo, cosa che all'occhio umano sarà di fatto impercettibile. Il giorno stabilito (che sarà come detto dopo il 7 gennaio) verrà interdetta al traffico anche la sottostante Gardesana Occidentale, verranno chiusi anche i sentieri sovrastanti e interdetta la navigazione sul lago in un raggio di 100 metri dalla costa.