Giù le mani dalla carne salada: l'Alto Garda scrive al Ministero contro l’ipotesi Igp
La richiesta di certificazione dal Consorzio trentino salumi, subito avallata dalla Provincia. Ma così si potrebbe fare ovunque e andrebbe venduta solo sottovuoto. Giuliano Marocchi scrive al Ministero
IL CASO Carne salada, scatta la rivolta
ALTO GARDA, Ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al ministero (Dipartimento delle politiche competitive e qualità agroalimentare), all'assessorato provinciale, al Consorzio trentino salumi e poi ai rappresentanti degli operatori (commercio e Apt). Giuliano Marocchi è sindaco (di Tenno) di un territorio che tra le sue eccellenza ha certo anche la carne salada e dove si trova il maggior numero di trattorie specializzate in questo piatto che sa di Alto Garda come nessun altro.
Lo ha fatto per il pericolo che un prodotto così tipico e rappresentativo sia danneggiato - in termini di immagine, produzione, commercializzazione - dal riconoscimento IGP chiesto proprio dal consorzio trentino.
«La richiesta per l'IGP - scrive Marocchi - è stata formulata dal Consorzio trentino salumi, con l'avvallo della Provincia, senza aver prima interpellato i produttori del nostro territorio: il territorio dove è nato e dove a tutt'oggi trova la sua massima espressione questo specifico prodotto. Credo che un percorso di questo tipo debba avere la massima condivisione e soprattutto la partecipazione degli attori che negli anni ne hanno fatto un punto di forza del territorio altogardesano».
Il secondo appunto, non meno importante, invita a considerare l'aspetto culturale e tradizionale di questo prodotto: «il nostro territorio si riconosce in questo prodotto ed è riconosciuto all'esterno anche per questa sua specificità. La carne salada è un prodotto che vanta una lunghissima storia e che può a buon diritto essere definito identitario della gastronomia del Tennese e dell'Alto Garda: è un vero aspetto della cultura materiale di questo territorio, nato e affinato nel tempo proprio per le caratteristiche climatiche e geografiche che ci caratterizzano.
A ribadire e sottolineare questo aspetto, segnalo che già dal 2015 il nostro territorio si fregia del marchio DE.CO per quanto riguarda la carne salada, risultato ottenuto grazie a percorsi di certificazione che hanno impegnato amministrazioni e produttori per anni. Il riconoscimento è stato dato al Comune di Riva in qualità di capofila di un progetto sovraccomunale, dove Tenno negli anni ha giocato e sta ancora oggi giocando un ruolo di assoluta importanza e centralità. L'importanza e la funzione del marchio DE.CO si può sintetizzare infatti in que aspetti fondamentali: conservare nel tempo i prodotti che si identificano con gli usi e che fanno parte della cultura popolare locale; tutelare la storia, le tradizioni, il patrimonio culturale e i sapori legati alle produzioni tipiche locali.
Per quanto detto, l'iniziativa in oggetto sembra in contrasto con il nostro marchio DE.CO., poiché ne sottovaluta il significato per quanto attiene all'area estremamente ristretta di produzione. L'allargamento della zona d'origine della carne salada a quasi tutto il territorio trentino (rispetto a quello tradizionale locale) è un aspetto fortemente critico, così come l'utilizzo di ingredienti aggiuntivi, estranei e incongruenti con quanto prescritto dalla tradizione.
Problematico è anche vendere il prodotto solo unicamente sottovuoto, limitando di fatto l'attività delle macellerie e bloccando l'attività di molti ristoranti storici del Garda Trentino, eliminando i produttori e la distribuzione di miglior qualità per questo prodotto con un impatto negativo incalcolabile.Tutte le certificazioni ed i percorsi di qualificazione e riconoscimento sono potenzialmente positivi e benvenuti, ma devono avere come obiettivo il rispetto e la tutela della tradizione, non il suo stravolgimento».
Marocchi chiede quindi a ministero e Provincia di sospendere il provvedimento di istituzione dell'IGP per la carne salada e di istituire un tavolo di confronto urgente sul tema».