Romarzollo, che successo per il Carnevale delle "cannelle": rinnovata la tradizione del rogo delle piramidi di bambù - VIDEO
Tanta voglia di ritrovarsi, dopo due anni di stop: ecco il corteo e l’antico rito del bruciare le piramidi sul colle, con un commosso ricordo di Renato Parolari
ARCO. La voglia di uscire di casa, respirare l'aria di fine inverno, tirare coriandoli addosso a tutti era tangibile in ogni metro della lunga sfilata che ha portato i sette gruppi e i cinque carri iscritti in giro per le vie di Varignano e Vigne in occasione della «Festa di addio al carnevale».
La manifestazione, di antichissima tradizione ma riscoperta e rilanciata negli anni Novanta dal Comitato Valorizzazione Varignano - fin da allora guidato dal presidente Graziano Parolari - era saltata negli ultimi due anni per ovvi motivi. In particolare lo stop del 2020 era arrivato ad appena sei giorni dall'evento con tutta la macchina organizzativa già a pieno regime, gruppi iscritti, maccheroni e pasta ordinati, e le tradizionali «cannelle» di bambù intrecciati.
L'anno scorso invece non se n'è proprio potuto parlare e tutto è stato rinviato a quest'anno. Con una gran voglia di riprendere quel cammino e ritrovarsi assieme per ricordare le nostre origini, le tradizioni più care e bruciare con i carnevali di bambù e alloro tante cose brutte che ci siamo trascinati (e ci stiamo trascinando) nell'ultimo difficile periodo.Così domenica c'erano centinaia di persone lungo l'itinerario della sfilata partita alle 14 dal cortile di Casa Bresciani. Giù verso Vigne, su di nuovo per Varignano, con diverse tappe utili sia per ammirare meglio i carri che per permettere ai gruppi di presentare a più riprese la loro animazione.
Ad aprire il corteo l'omaggio a Raffaella Carrà con il gruppo di «Arco Iris Dance». Belle le loro coreografie e perfetto il costume con tanto di parrucca bionda a caschetto.
Poi via via tutti gli altri gruppi e carri in ordine sparso: i «Matti per el carneval» di Varignano, con il carro «Diversi è bello». Il «Comitato Sant'Antonio e Marcello» di Chiarano con il carro «Nem en maschera», poi il gruppo «Varignano 2» con il carro «Varignatraz», «I sboldri» di Vignole con il carro «La sboldra fattoria», il gruppo «Varignano 1» con il carro «I grettini de Varignam» e altri due gruppi a piedi, cioè il «Comitato Carnevale di Dro» e «I bacani» di Varignano.
Dopo tanta musica, balli e allegria ritrovata, la rumorosa comitiva ha affrontato la salita che porta al colle sopra il paese, luogo dove da sempre si volge il momento finale e più emozionante della festa romarzollese. Al centro del grande prato vengono raccolte le piramidi realizzate con il bambù, vi si aggiungono gli allestimenti in legno dei carri, si condisce il tutto con un po' di coriandoli di carta e tanta benzina e si dà fuoco al cumulo.
Ad accenderlo per tanti anni è stato il compianto Renato Parolari, ricordato ieri proprio nel momento in cui il fuoco prendeva vita. Tutti attorno al grande falò, visibile da quasi tutta la Busa, animatori, ospiti, grandi e piccini si sono lasciati ipnotizzare dal fuoco, sorseggiando chi un vim brulé chi un té caldo, assaggiando i grostoli e augurandosi il meglio per l'imminente primavera. A curare l'organizzazione come sempre i 16 volontari del Comitato, con il presidente Parolari a gestire l'evento e il vicepresidente Tommaso Lomoio impegnato ad allestire e smontare. Per tutti un gran fatica, ma ne valeva la pena.