Gli attesi lavori al ponte di Torbole portano anche caos traffico e code
L'intervento avviato lunedì scorso per la messa in sicurezza del viadotto sul Sarca ha evidenziato un problema di programmazione, con conseguenti disagi per chi viaggia e intervento "al volo" per correggere le tempistiche del semaforo, ma il cantiere durerà una settimana
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NAGO TORBOLE. Quel cantiere poteva partire senza difficoltà una settimana fa. Ma sarebbe andato benissimo anche la settimana prossima. Invece il Servizio strade della Provincia ha scelto proprio l'unico giorno tra gennaio e febbraio - quello di apertura di «Hospitality» - per iniziare i lavori di messa in sicurezza del ponte stradale sul Sarca, a Torbole, annunciati già l'anno scorso dopo le prove di carico e i sopralluoghi dei tecnici avvenuti undici mesi fa, a marzo 2023.
Non è la prima volta che nell'Alto Garda si evidenzia una sostanziale assenza di programmazione o forse più probabilmente di dialogo tra istituzioni locali. L'anno scorso ci aveva provato anche «Garda Dolomiti» a predisporre un calendario del rischio viabilistico con tanto di "bollini rossi" e "bollini neri", ma lo strumento evidentemente non è ancora funzionale.
L'altroieri, lunedì 5 febbraio, di buon mattino, il ponte di Torbole è stato chiuso a senso unico alternato per permettere alla Provincia di effettuare i lavori di sistemazione dei giunti. Intervento ovviamente necessario, ma che se ha aspettato un anno poteva aspettare altri cinque giorni. Alle 8.40 sui social era già allarme code.
Alle 9 del mattino il traffico in direzione del Garda è andato in tilt. La coda dal ponte si è allungata rapidamente fino a Passo San Giovanni e poi verso Loppio. Nessuno ha avvisato gli utenti (pendolari, automobilisti, in questo caso anche visitatori, operatori standisti dell'Expo) dell'inizio lavori. Non solo. Un evidente errore di programmazione del semaforo alternato ha prodotto una coda verso Riva di tre chilometri, e una verso Torbole di cento metri. Con tempi di percorrenza tra Nago e Riva che hanno sfiorato i 45 minuti.
Poi, a suon di telefonate (è intervenuto il sindaco Gianni Morandi, l'assessore alla sicurezza Fabio Malagoli, ma anche il presidente dell'Apt Silvio Rigatti) grazie al sopralluogo della polizia locale è stato possibile modificare la tempistica del semaforo e piano piano smaltire la coda, esauritasi verso le 11.
«Lavori che dovevano essere fatti prima - dice il sindaco Morandi - invece li fanno adesso. Una sorpresa anche per noi, c'è l'ordinanza ma nessuno ci ha chiesto nulla in Comune. Si poteva anche semplicemente consigliare la deviazione sulla Maza».
Il semaforo è stato spento e poi riprogrammato. Ieri pomeriggio c'erano due operatori a gestire manualmente i flussi di traffico e infatti la coda è svanita. Ma il cantiere durerà almeno una settimana. Resteranno lì tutti i giorni? A presidiare il ponte, ieri sera, c'erano i carabinieri.