Mobilità / Il caso

Ciclovia del Garda, nuovo esposto delle associazioni: "Costi fuori controllo"

Italia nostra, Ledro Inselberg e Wwf tornano all'attacco sulla questione del tratto trentino occidentale e richiamano anche come esempio da seguire le decisioni prese dalla Lombardia per l’utilizzo di battelli sul lago nei tratti costieri più delicati

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TRENTO - Le associazioni trentine Italia nostra, Ledro Inselberg e Wwf tornano all'attacco sulla questione della ciclovia del Garda, puntanto l'indice in particolare verso icosti dell'opera.

I tre sodalizi hanno comunicato questa mattina, 9 gennaio, di aver presentato un nuovo esposto alla Corte dei conti, denunciando un ulteriore incremento dei costi dell'opera (identificata com C-66 del Sistema nazionale di ciclovie turistiche, Snct).

"Il tratto trentino occidentale, lungo circa 5,5 km, ha ora raggiunto la cifra astronomica di oltre 84 milioni di euro, corrispondente a un costo per chilometro superiore a 15 milioni di euro, ovvero 42 volte il parametro medio nazionale stabilito dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile", scrivono le tre associazioni.

"Tale importo - proseguono - dovrà ancora ulteriormente crescere dato che vi sono due tratti, in corrispondenza di Casa della Trota e dell’Hotel Pier, ancora sospesi e non computati. Incrementi insostenibili".

L’esposto richiama la deliberazione 64/2024/G della Corte dei conti, che, sottolineano i tre sodalizi, "aveva già messo in luce significative problematiche nella gestione dei fondi per le ciclovie turistiche, tra cui la disomogeneità dei costi medi per chilometro tra le diverse tratte, il mancato rispetto dei parametri stabiliti dal Biciplan e l’inadeguata trasparenza nella pianificazione delle risorse".

Nonostante le raccomandazioni della Corte, la giunta provinciale di Trento ha approvato, con la delibera n. 1760 del 7 novembre 2024, ulteriori 2,5 milioni di euro per l’aggiornamento dei prezzi e per maggiori oneri progettuali, rilevano Wwf, Italia nostra e Ledro Inselberg.

"Un contesto di spese - si legge nella nota stampa diffusa oggi - che richiede un'urgente revisione: 31 marzo 2023: 57.989.479 euro (10.543.541 euro/km) 6 ottobre 2023: 81.585.129 euro (14.833.659 euro/km) 28 marzo 2024: 80.904.057 euro (14.709.828 euro/km) 7 novembre 2024: 84.317.050 euro (15.330.372 euro/km)".

L’aumento del 50% in poco meno di due anni rappresenta, secondo i firmatari, uno spreco di risorse pubbliche che necessita di un’immediata verifica da parte delle autorità competenti.

Un progetto problematico sotto molteplici aspetti, insistono le associaizoni: "Questi stanziamenti non solo configurano un evidente spreco di risorse pubbliche, ma compromettono anche uno dei paesaggi più iconici della Provincia di Trento, senza offrire alcuna garanzia sui tempi di completamento dei lavori. Il tratto coinvolto, infatti, si sviluppa in un’area caratterizzata da una combinazione di instabilità dei versanti ed elevato rischio di erosione come dimostra la continua cronaca recente, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l’opportunità di un progetto di tale portata".

Le associazioni propongono soluzioni indicate come più economiche e meno impattanti, come l’utilizzo di battelli per collegare le aree interessate, sfruttando il lago di Garda come via di comunicazione naturale.

"Questa alternativa ridurrebbe drasticamente i costi e avrebbe un impatto ambientale minimo, garantendo al contempo una mobilità sostenibile per residenti e turisti: si tratta peraltro di una soluzione già adottata recentemente dalle amministrazioni del tratto lombardo tra Gargnano e Limone, adducendo alla scelta motivazioni del tutto comparabili a quelle sostenute dalle associazioni per il tratto trentino. Continuare con questo progetto significa trasformare un’opera potenzialmente simbolica in un vero e proprio pozzo senza fondo per le risorse pubbliche".

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