Ciclovia del Garda, in bici da Riva alla spiaggia dello Sperone tra vecchie e nuove gallerie
Il 20 marzo si apre il nuovo tratto di un chilometro. Al consiglio comunale di Riva presentate le 5 soluzioni progettuali per la variante di Torbole: costerà tra i 170 e i 220 milioni di euro
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RIVA DEL GARDA. Due opere sul tavolo del consiglio comunale di Riva del Garda questa sera (14 marzo): una già in parte realizzata (la ciclovia del Garda) e una ancora da realizzare (la variante di Torbole).
Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha annunciato ai consiglieri che la prossima settimana verrà inaugurato il primo tratto della UF 1.2, ovvero il tratto che va dal sottopasso del Ponale alla Galleria Orione, con il quale si va sostanzialmente a completare il primo tratto dell'unità funzionale 1. Il nuovo percorso che verrà aperto giovedì a pedoni e ciclisti, ha una lunghezza di circa un chilometro, attraversa gallerie esistenti e gallerie di nuova costruzione e conduce dall’imbocco del sottopassaggio del sentiero del Ponale alla spiaggia dello Sperone.
Per quanto riguarda invece la variante di Torbole, Fugatti, accompagnato dal dirigente del Dipartimento infrastrutture Luciano Martorano e dal commissario straordinario per l’opera Carlo Benigni, ha illustrato ai consiglieri le diverse soluzioni di tracciato.
Come noto sono cinque le ipotesi al vaglio che hanno come punto di arrivo la zona della Conca d’oro, a sud di Torbole e a nord dello sbocco della galleria Adige-Garda, con un costo che varia da 170 a 220 milioni di euro circa. In questa prima fase si sta ragionando in particolare sugli aspetti legati alla mobilità, più che a quelli ambientali, geologici e geotecnici che saranno oggetto di successivo approfondimento.
Mentre le prime due soluzioni prevedono la partenza nella zona del lago di Loppio, rispettivamente prima del lago, subito dopo l’abitato di Loppio, e dalla zona della Curva dei Rospi, la terza ipotesi ha un arrivo previsto alla rotatoria di uscita della Loppio Busa (collegamento San Giovanni-Cretaccio) nella zona della Maza, con uno sviluppo di 3,5 chilometri di cui 3,4 in galleria. Infine le ultime due arrivano nella zona del Linfano, raccordandosi sulla SS249, con uno sviluppo di di circa 2.800 metri di cui 2.200 in galleria, prevedendo un ponte sul fiume Sarca: la prima ha una tratta all’aperto più diretta, la seconda segue la viabilità locale e minimizza l’impatto per gli espropri.