Rovereto, scontro dopo il no all'abolizione delle circoscrizioni
La giunta Miorandi è stata sconfitta sulla riforma delle circoscrizioni ma difende la sua idea e accusa le opposizioni di non aver capito. Il giorno dopo il consiglio comunale che ha approvato il nuovo Statuto comunale, tra gli scontri e le polemiche, la riflessione è comune a tutta la giunta che lo esterna a una sola voce, per dimostrare che la proposta di abolizione non era solo del Pd.
Il più duro è l'assessore Fabrizio Gerola che taglia in due il problema: «La minoranza è convinta di aver raggiunto una vittoria quando sconfigge la maggioranza e non quando fa il bene comune. Qui c'è da piangere per la città. La nostra proposta non era quella di rispolverare i vecchi comitati di quartiere, ma di pensare che i cittadini si stanno allontanando dalla politica». Gerola affronta anche uno dei motivi di contestazione delle minoranze, ossia che lo Statuto non è stato accompagnato dal regolamento: «Anche in Parlamento si fanno leggi quadro, i regolamenti attuativi arrivano dopo. Sono quindici anni che si discute di questo tema e il tempo era maturo adesso, non quando saranno tutti morti. La nostra proposta - prosegue Gerola (e va detto che l'assessore così combattivo non si era mai visto prima) - di fare una lista unica nei quartieri era fatta per evitare di riprodurre le fratture politiche del consiglio comunale. Si è fatto male solo alla città, perché si voleva costruire un ente che potesse continuare a dare ai cittadini i servizi dello stato sociale in maniera diffusa».
Gerola è stato presidente di circoscrizione della sud, come Leone Manfredi che lo affianca che ha diretto per 15 anni Sacco San Giorgio e per il quale la proposta di affidare alle associazioni i quartieri era fatta affinché quei soggetti fossero legittimati a fare e non solo a dire».
Ma la proposta è stata bocciata. E ora? Ora, risponde insieme a Gerola e Manfredi anche il sindaco Andrea Miorandi, sarà presentata una proposta sul regolamento, ma non sarà fatta alcuna forzatura contro le circoscrizioni. «Ma terremo conto del dibattito che c'è stato in aula». Per Miorandi le circoscrizioni «sono ormai fuori dalla storia».
Resta il dubbio sull'inerzia della giunta che, nonostante si sapesse che Patt, Upt e Adc si fossero sfilati, ha voluto andare lo stesso in aula. Uno dei motivi è legato al fatto che la giunta era compatta, quindi anche con gli uomini di quei tre partiti (Bertolini, Daicampi, Frisinghelli, Manfredi) e poi perché comunque c'era stato un confronto tra tutti in maggioranza: «Questa non era la riforma del Pd, ma di una coalizione».
Ora c'è un nuovo patto di maggioranza per cambiare le cose. Per andare avanti, «per il bene comune». Assessori e sindaco assicurano: «Noi conosciamo - e siamo stati i primi ad approntare un sistema simile - ogni problema esistente nei quartieri e il 90% di quei problemi li abbiamo risolti noi, non le circoscrizioni».
E spuntano i costi delle circoscrizioni: 2 milioni e mezzo in cinque anni di consiliatura, oltre 70 mila euro l'anno di personale, 130 mila di indennità e gettoni di presenza. Quarantamila l'anno per una generica voce di fondi «circoscrizionali». Per fare che cosa? La metà per pagare alimentari: dalle angurie estive alle salamelle.