Al mercatino di Natale affari in crescita del 30%
Forse i segnali di ripresa dalla crisi ci sono davvero. Stando ai numeri, che diventeranno ufficiali solo dopo la befana, la conferma del ritorno dei portafogli aperti a Rovereto c'è tutta. Merito del Mercatino di Natale che, assicurano gli operatori, quest'anno ha regalato un 30% in più di affari.
La formula, insomma, funziona e fa bene all'economia in genere visto che pure i negozi hanno avuto più visite del previsto. E stavolta non si tratta solo di turisti ma anche di roveretani che, rispetto al passato, hanno scelto di spendere per i regali in città e non di emigrare altrove.
Sarà forse per questo che la Provincia non vuole finanziare la tangenziale? Chissà, intanto godiamoci una chiusura di 2015 con un segno positivo sperando che il 2016 sia davvero l'anno della svolta. E lo sarà, almeno per quanto riguarda i mercatini. Parola di Michele Adami, presidente del consorzio Rovereto InCentro. «L'assenza di precipitazioni ci ha giovato, inutile nasconderlo. Quest'anno ci ha pure aiutato l'aver allestito un mercatino più ordinato e una zona food con più qualità: abbiamo alzato l'asticella. E per il prossimo puntiamo ad eliminare totalmente i prodotti confezionati e a proporre solo freschi visto che questo tipo di qualità piace ai visitatori».
Il Natale 2016, però, è già alle porte per chi deve organizzare. «È così e infatti mi piacerebbe sapere il primo febbraio se si può arrivare nelle piazze e allargarci. Perché l'obiettivo per il prossimo Natale è passare dalle attuali 50 casette, che sono poche, ad almeno 80 e con proposte artigianali di qualità. Subito dopo la chiusura di questa edizione ci sarà un confronto con l'amministrazione comunale per programmare l'ampliamento del mercatino ma pure altri eventi da distribuire lungo tutto l'arco dell'anno. Le 100 mila presenze del ponte dell'Immacolata sono un esempio: se avessimo programmato prima l'evento sarebbe stato un successo maggiore. Lo stesso discorso vale per la primavera che deve essere programmata già a gennaio».
C'è stato l'effetto traino anche per i negozi? «Sì e un grande traino sono stati i presepi in centro storico che hanno portato gente in zone meno battute. Ci ha fatto capire che il turista è vergine perché non conosce la città e cammina volentieri mentre il roveretano è più snob».