Rovereto, dirigenti da spostare: saranno motivati dallo psicologo
Al Comune di Rovereto è entrato in azione un coach motivazionale
Che le cose stiano cambiando in Comune è ormai risaputo. Da quando palazzo Pretorio è stato preso in mano dal sindaco Francesco Valduga e dal direttore generale Mauro Amadori è di fatto partita la giostra. La macchina municipale, d'altro canto, come la maggior parte degli enti pubblici è poco incline alle grandi mutazioni. Ogni tanto, però, occorre inserire una girandola non tanto perché i dipendenti lavorano male ma per far soffiare aria nuova. Ed è quanto sta accadendo.
Uno degli obiettivi dell'amministrazione è avviare una rotazione dirigenziale proprio per dare una nuova spinta al palazzo. I primi ad essere toccati dalla manovra sono i dieci dirigenti, i vertici chiamati ad organizzare il lavoro di 451 lavoratori.
I cambiamenti, si sa, generano stress. Per questo i colletti bianchi sono stati «visitati» da uno psicologo, non tanto uno strizzacervelli di quelli canonici ma un «coach motivazionale». Perché spostarsi di ufficio, e mettere da parte mansioni svolte magari per trent'anni, non è cosa facile. La giostra vera e propria sarà operativa da settembre ma il faccia a faccia con l'esperto, il motivatore appunto, si è già tenuto. Attenzione, però, perché non si è trattato di una seduta dall'analista, «paziente» e «dottore» a quattr'occhi magari con tanto di lettino antistress dove sdraiarsi. Giammai! L'operazione ascolto, e studio chiaramente, si è svolta all'americana, tutti insieme appassionatamente.
Il guru della rigenerazione manageriale ha infatti fatto sedere attorno al tavolo i dieci dirigenti del Comune e ognuno ha detto quello che pensava, ha messo in piazza gioie e dolori, ambizioni e frustrazioni (rigorosamente professionali, nulla di personale) e il «coach» ha preso i suo bravi appunti e tracciato i profili di ognuno.
Lo scopo del gioco, d'altro canto, è motivare i vertici che, a loro volta, dovranno fare altrettanto con i sottoposti. Insomma, una botta di fiducia e autostima e, soprattutto, di rilancio partendo dal fatto che cambiare fa bene. In verità, una cosa simile era già stata provata una decina di anni fa ma si era bloccato tutto dopo i preliminari. Nel 2007, lo stesso psicologo-docente, Antonello Usai (esperto davvero in questo delicato ambito di «rigenerazione» dei capi azienda), aveva parlato con i responsabili dei vari settori di palazzo Pretorio.
All'epoca il confronto era stato personale, senza la presenza, l'ascolto, la condivisione degli altri colleghi. Un primo profilo dei singoli, dunque, c'era già sul taccuino del dottor Usai. Stavolta, però, la modalità di approccio è cambiata e, soprattutto, l'operazione andrà avanti fino alla fine, con una girandola di poltrone in arrivo da settembre. Il perché di una seduta collettiva, tra l'altro, è presto detto: imparare il gioco di squadra. E far digerire a qualcuno magari poco incline a rimettersi in discussione la necessità, per certi versi anche terapeutica, di «inventarsi» un nuovo mestiere per stare meglio e, il Comune è pur sempre un'azienda, rendere di più.
Questo psicologo del lavoro, comunque, non si ferma qui. Perché dopo aver metaforicamente preso per mano i numeri uno di piazza del Podestà per convincerli che cambiare è bello, adesso dovrà condurre un corso di formazione finalizzato a studiare attitudini e capacità in modo da far partire il walzer delle deleghe. E, chiaramente, rendere più dinamico il Comune grazie a nuovi stimoli e motivazioni.
L'obiettivo finale, come detto, è la revisione organizzativa dei tavoli di comando grazie ad una semplificazione ed una rotazione delle strutture.