Infermiera salva il cane dai continui maltrattamenti
Era stato salvato a Rovereto. Ora ha una famiglia
Dopo aver subìto maltrattamenti per mesi chiuso dentro ad una minuscola gabbia tra i suoi escrementi e denutrito, il cane meticcio che a metà settembre era stato sequestrato dagli agenti della polizia locale di Rovereto per essere salvato da quella situazione è tornato pian piano alla normalità. Ha ripreso peso, è stato vaccinato e dotato di microchip in queste settimane di permanenza al canile di Rovereto e soprattutto ha dimenticato le paure che l’avevano fatto diventare un animale timoroso.
Ma la notizia più bella, arrivata all’inizio di questo periodo di festa, è che Keita, il meticcio di taglia media, ha trovato casa. Trascorrerà il Natale in una casa dove non sarà costretto a rimanere chiuso in gabbia ed a soffrire la fame.
A spalancare la porta di casa sua a questo animale dalla storia triste è un’infermiera roveretana che era in cerca di un cane da compagnia e che ha deciso di scrivere il lieto fine di questa storia che aveva colpito per la crudeltà dimostrata nei confronti dell’animale.
Formalmente, almeno per il momento, si tratterà di un affido temporaneo. Questo perché la giustizia deve ancora fare il suo corso: la persona che era in possesso dell’animale e che non risultava esserne in realtà il legittimo proprietario, è stata denunciata per maltrattamenti d’animale.
Il fascicolo aperto in procura a Rovereto è corredato dalle fotografie del posto e delle condizioni in cui è stata trovato il cane poco più di due mesi fa: in una gabbia di poco più di un metro per 80 centimetri di larghezza e settanta d’altezza nella quale non riusciva nemmeno a muoversi.
Era ferito, denutrito e circondato dai suoi stessi escrementi. La casa che celava questa situazione si trovava in centro città e sono stati i guaiti del cane a mettere in allerta i vicini che hanno segnalato il caso.
L’Azienda sanitaria ha quindi mandato sul posto il veterinario che con gli agenti della polizia locale è riuscito ad entrare in casa per verificare come stavano le cose.
Tutto il materiale che è stato raccolto in quell’occasione dovrebbe confutare l’ipotesi dei maltrattamenti e, di conseguenza, portare alla condanna dell’uomo, ma in attesa che il capitolo giudiziario arrivi alla fine, l’affido di Keita alla sua nuova famiglia sarà temporaneo.
Poco importa, perché significa comunque che di qui a poco tempo il cane potrà lasciare il canile e sperimentare, forse per la prima volta in vita sua, l’affetto di una persona sensibile anche al benessere degli animali come lui.
Una persona che potrà continuare a prendersi cura di lui come è stato fatto dai volontari nelle ultime settimane e venir ricambiata dall’affetto che questo cane potrà regalarle.