Rovereto, niente sfilata La «colpa» è dell'Isis
Il «Carnevale dei Bambini» di Rovereto è un’istituzione. E non solo perché resiste ininterrottamente dal 1956 alle mode e allo sviluppo umano (quelli che un tempo erano piccoli ora sono cinque centimetri più alti) ma perché, di fatto, è rimasta l’unica festa per roveretani in età scolare che giustifichi, appunto, il carnevale.
Purtroppo anche un’istituzione granitica come la festa mascherata dei bambini - che quest’anno ha soffiato sulle metaforiche 63 candeline - ha cozzato contro l’invalicabile muro della burocrazia e della sicurezza rischiando di archiviare per sempre la propria storia. Il Comune, in altre parole, ha detto «no» alla tradizionale sfilata delle mascherine lungo corso Rosmini, corso Bettini e l’arrivo ai giardini Perlasca. Troppi pericoli, soprattutto l’Isis (sigh!) che incombe.
Dunque meglio chiusi dentro il Palasport nonostante le defezioni ed una festa, di solito partecipata e animata, quest’anno risultata per pochi intimi. La paura di attentati - anche nella città della Pace che, con ogni probabilità, non è nemmeno segnata sulle cartine geografiche dei potenziali terroristi pseudo-islamici - ha dunque cassato l’avvenimento goliardico più atteso dai bambini e dalle famiglie. Con l’aggravante, di cui si è preso la responsabilità il Comune, di non capire che nel resto della Vallagarina le manifestazioni carnascialesche di piazza si sono tenute ugualmente. Il diniego a passeggiare in città, però, ha suggerito al presidente del Carnevale dei Bambini Marco Turella di dimettersi.
Questa, almeno, era la voce che girava ieri, dopo la delusione per la forma ridotta dell’evento. L’associazione «Amici del teatro Rosmini» - che organizza la festa mascherata - di dimissioni non sa nulla. «Sono almeno due anni che Marco Turella chiede a qualcun altro di farsi avanti perché è stanco. - ricorda il vicepresidente Andrea Galli - Ma, formalmente, non ha presentato né dimissioni né tantomeno ha detto che si sarebbe fatto da parte».
E la sfilata ridotta per ragioni di sicurezza? «Purtroppo non ci hanno dato i permessi per sfilare in città. Il Comune ci ha detto che sono restrizioni imposte dalla Provincia e che si poteva fare la sfilata solo al palazzetto. E così abbiamo fatto».
Il vicesindaco e assessore all’istruzione Cristina Azzolini la vede in maniera diversa: «A mio parere c’erano più maschere dell’anno scorso ed erano migliori. Il Carnevale dei Bambini è da rilanciare partendo da punti fermi come la minigiunta, il regalo alla città del musical che ha riempito il teatro Zandonai di famiglie. Certo, la concomitanza con altre realtà del territorio non aiuta ad alimentare la sfilata. E poi sono bambini molto piccoli, accompagnati dagli adulti, e per la giuria chiamata a premiare le maschere è difficile starci dietro all’aperto. L’ambiente chiuso, invece, aiuta».
È un addio per sempre alla piazza? «No, se si riuscirà a fare la sfilata per strada si valuterà anno per anno. Dove ci sono assembramenti, però, è più difficile chiudere i varchi e garantire la sicurezza anche se su questo aspetto non sta a me valutare».
Quest’anno l’ostacolo all’evento si chiama proprio sicurezza e burocrazia ma è da tempo che i rapporti tra il Carnevale e l’amministrazione di Rovereto sono incrinati. A confermarlo è stato l’anno scorso Marco Turella: «Questo carnevale è unico ma bisognerebbe che il Comune facesse di più per valorizzarlo, per promuoverlo».