Il ginnasta Jury Chechi padrino delle start up
E' successo negli spazi di Progetto Manifattura
«La motivazione è un fattore cruciale per gli atleti, lo è per gli imprenditori e per chiunque abbia un obiettivo da raggiungere. Il talento non basta per avere successo. Serve determinazione e tanto lavoro. Non è semplice, ed è proprio questo che fa la differenza tra chi l’obiettivo lo raggiunge e chi no». Il ginnasta campione olimpico Jury Chechi ha incontrato a Progetto Manifattura le startup selezionate per «Spin Lab», il programma di accelerazione sport-tech promosso da Trentino Sviluppo con l’Università di Trento e il network israeliano Hype-Sports Innovation. Sono 11 i team ammessi, in questi giorni tutti presenti a Progetto Manifattura nell’ambito del programma di affiancamento che li aiuterà a strutturare il proprio business e ad affermarsi sul mercato. Sei le proposte italiane, di cui una trentina, e cinque straniere, dall’Europa agli Stati Uniti.
E' stato il primo di una serie di incontri di monitoraggio e aggiornamento promossi dal programma Spin Lab, in cui i partecipanti possono incontrare gli esperti e confrontarsi sull’evoluzione del progetto. Positivo il riscontro dei partecipanti. «Il Trentino è un territorio che investe molto nell’innovazione. Inoltre, apprezziamo molto che qui si parli anche di hardware, quindi prodotti fisici e non solo digitali» ha commentato Marco Catelli della startup italo-californiana Saphibeat Technologies, attiva nella produzione di una tecnologia indossabile in grado di riconoscere un incidente, sugli sci, in moto o in bici, e chiamare i soccorsi. «Il programma si sta rivelando all’altezza delle nostre aspettative con attività di supporto e la massima disponibilità degli esperti» ha aggiunto Donato Campagnoli della modenese Mass Tech, piattaforma in grado di offrire allo spettatore informazioni e dati che rendono la fruizione delle partite di tennis più stimolante. «Vediamo una grande opportunità in un territorio votato allo sport e alla montagna come il Trentino», ha concluso Carlo Bianchi del progetto UpSki di Wearit, un supporto che, installato sullo scarpone, permette di monitorare le performance, misurare l’affaticamento e sfidare i propri amici.