La Campana dei caduti protagonista a Strasburgo
La Campana dei caduti protagonista a Strasburgo. È stata ospitata l’altro pomeriggio presso l’istituto italiano di cultura una conferenza in occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra e del 70esimo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Presenti il reggente della fondazione Opera campana dei caduti Alberto Robol e Gianfranco Postal che tenuto una conferenza sul tema «Dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo al Consiglio d’Europa e le sue convenzioni. Una prospettiva dal Trentino-Alto Adige». A fare gli onori di casa la direttrice dell’istituto italiano di cultura di Strasburgo Veronica Manson. Presenti anche l’ambasciatore presso il Consiglio d’Europa Marco Marsilli e Guido Raimondi, presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo.
«La pace – ha ricordato Robol - non è una condizione umana acquisita ma deve essere conquistata giorno dopo giorno con fatica. Per questo motivo la fondazione ha stilato il memorandum di pace che viene fatto sottoscrivere a tutte le nazioni che chiedono di poter aderire al messaggio di pace che è sintetizzato nei rintocchi di Maria Dolens».
Quindi è toccato a Postal entrare nel merito della conferenza: «I principi della dichiarazione universale hanno trovato esplicazione nel trattato di Londra ’49 che ha portato alla costituzione del Consiglio d’Europa e, l’anno successivo, alla firma a Roma della convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle Libertà fondamentali. In questo “contesto” si pone anche la storia recente del Trentino Alto Adige; sia quella del periodo dal 1918 al 1945, che quella dell’Accordo De Gasperi-Gruber del 1946. Il Trentino-Alto Adige va visto in quel periodo con una piccola Europa: un territorio emblematico delle difficoltà e delle tensioni storiche che esistevano nel continente; un territorio laboratorio di convivenza e di sviluppo. Convivenza pacifica e crescita economica: da terra di emigrazione a primo territorio italiano per prodotto interno lordo pro-capite».