"La pace si tutela amando la famiglia"
Le commemorazioni erano iniziate sabato sera a Noriglio per iniziativa dell’Ana in collaborazione con la circoscrizione, in risposta all’appello della presidenza aazionale Ana rivolto a tutti i gruppi alpini italiani di raccogliersi in preghiera alle 19 del 3 novembre per ricordare i caduti in guerra. L’iniziativa «Per non dimenticare» si è svolta quindi anche a Rovereto, dopo una breve processione per le vie di Noriglio, fino al monumento ai Caduti, per la deposizione di una corona d’alloro da parte del sindaco Francesco Valduga e la lettura del messaggio del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero da parte di Alessandro Giori. Le commemorazioni sono quindi proseguite domenica mattina a Marco davanti al monumento ai Caduti della 1° Armata, con la deposizione di una corona d’alloro. Erano presenti tutte e associazioni combattentistiche d’Arma, il generale Roberto Segarizzi ed il gonfalone della città di Rovereto. È stata la fanfara alpina di Lizzana a sottolineare il momento di raccoglimento: prima l’Inno di Mameli, quindi il «Piave Mormorava» ed infine il «Silenzio». «Qui ricordiamo tutti i caduti, indistintamente, perchè tutti hanno combattuto per il proprio ideale. La pace va salvaguardata ogni giorno, l’uomo se ne accorge della sua importanza solo quando viene a mancare», ha detto il generale. Quindi è stata letta la «Preghiera per i Caduti di tutte le guerre».
Dopo la deposizione di una corona d’alloro al cippo di Marco, la cerimonia è proseguita al sacrario e memoriale della Grande Guerra, dove il cappellano militare don Mario Mucci ha celebrato la messa: «Oggi è difficile ascoltarsi persino in famiglia, ma ascoltare i propri sentimenti e la parola del Signore è ritrovarsi ad ascoltare anche i bisogni del prossimo».
Valduga, infine, ha ricordato che ciascuno di noi è in grado di risolvere problemi e personali difficoltà ricordandosi delle vite degli altri. «Alla domanda come posso contribuire io alla pace nel mondo, Madre Teresa di Calcutta rispose: vai a casa e ama la tua famiglia. Credo che sia proprio quello che dobbiamo ricordare tornando alle nostre case, perché è così che diamo senso a cerimonie come questa».