A Rovereto i giovani riempiono i vuoti urbani
Entra nel vivo con dicembre la fase operativa e di restituzione al pubblico di Ri-generazini urbane: il progetto di ricerca dei beni comuni proposto da Cooperativa Smart Lab assieme al network delle associazioni giovanili di Rovereto. Quali sono gli spazi abbandonati della città che potrebbero essere rigenerati? Quale il loro valore simbolico e culturale? Come riutilizzarli favorendo l’innovazione giovanile? Finanziato dalle politiche giovanili della Provincia attraverso i Piani giovani di zona e inserito nel Piano operativo giovani (Pog) di Rovereto, il progetto-ricerca pone dal basso una serie di domande e di proposte puntuali su luoghi abbandonati o dimenticati, per sensibilizzare la cittadinanza alla responsabilità, al riutilizzo e alla partecipazione con azioni pratiche e interventi temporanei. Dopo la fase progettuale, inaugurata a gennaio, un tour di formazione nelle realtà italiane impegnate nel riuso di spazi e la mappatura dei luoghi da rigenerare, i ragazzi delle associazioni Urla, Pensiero Giovane, Offset e Fate Bene Ragazzi proporranno per tutto il mese a Rovereto iniziative sul tema. Non solo per favorire il dialogo orizzontale sugli spazi collettivi condividendo buone pratiche, ma anche per avviare percorsi ad alto coinvolgimento giovanile e cittadino. Alle competenze acquisite e messe in rete spetterà il compito di liberare il potenziale creativo dei «vuoti urbani» con mostre, musica, eventi artistici e performativi.
Si è cominciato sabato scorso con un workshop per addetti ai lavori e non. Allo Smart Lab si è discusso di vocazione dei luoghi e di interventi di rigenerazione temporanea. Illustrando progetti come Angolazioni Urbane, dedicato all’arte pubblica, e Boat, spazio polifunzionale ricavato in un ex mensa sull’Isola della Giudecca, l’architetto Alvise Giacomazzi (associazione LiveOutsideinVenice), ha parlato delle azioni nate in laguna, dei metodi d’intervento in luoghi pubblici, di partecipazione e dei processi istituzionali o spontanei che tracciano nuovi scenari negli spazi vacui. Il pomeriggio è stato invece dedicato all’Accademia di comunità, esempio locale di riuso urbano in divenire. I membri della rete La Foresta hanno raccontato la loro esperienza e le attività svolte.
«Oltre che per conoscere il tema, l’incontro è servito a pianificare gli interventi di rigenerazione temporanea in alcuni spazi della città», spiega Gabriele Penazzi, presidente neoeletto dell’associazione universitari Rovereto e responsabile dei workshop. «Il progetto proseguirà nelle prossime settimane con altri due appuntamenti all’ex catasto: domenica 9 dicembre l’associazione La Grottesca ragionerà sull’abitare la città dal punto di vista storico, filosofico ed estetico, mentre domenica 16 dicembre Marco Piccolroaz e il gruppo Navigazioni Urbane ci parleranno di Spazi in Movimento, il progetto in atto con Confcommercio e l’ufficio di rigenerazione urbana del Comune per riutilizzare i negozi sfitti del centro storico. L’incontro sarà accompagnato dall’esperto di riuso Werther Albertazzi di Planimetrie culturali».
Alla parte teorica seguiranno, a partire da dicembre, gli «interventi di agopuntura urbana», così li definiscono gli organizzatori, eventi in luoghi significativi della città. La cittadinanza potrà avere un assaggio degli spazi mappati domenica 16 grazie a un «Safari urbano», da compiersi a piedi, che toccherà il dipartimento di psicologia e scienze cognitive, il giardino di palazzo Betta Grillo e la fabbrica ex Peterlini. Fra i siti da rigenerare inseriti nella ricerca vi sono anche l’ex scuola di Noriglio e le cantine di via della Terra. «L’idea è che tutto ciò sia un primo passo per portare i cittadini di Rovereto a usufruire e riflettere su spazi che ha dimenticato», spiega Penazzi; d’altronde, come l’ampio spettro di attori coinvolti lascia intendere, la rigenerazione urbana è oggi un interesse diffuso che tocca le associazioni spontanee così come gli enti istituzionali.