Rio Coste, rischio inquinamento Ordinate nuove analisi
Il rio Coste? È a rischio. Certo, non è una novità ma dopo una serie di bonifiche messe in atto in passato dal Comune torna a ripresentarsi l'incubo di rifiuti non ben identificabili che potrebbero minare l'acqua non solo del ruscello che, attraverso la zona industriale, si tuffa in Adige ma del fiume stesso. E pensare che dall'ultima vasta operazione di pulizia del rivolo che passa in mezzo al parco dei Lavini sono passati solo tre anni. Con una spesa di quasi 400 mila euro per sminare una delle tante bombe ecologiche figlie degli scarichi incontrollati.
Quando si pensava di aver ormai restituito «candore» al rio Coste e ai suoi dintorni, però, è sbucato un verbale della polizia locale che ha rimesso in discussione lo stato dell'arte. I vigili urbani, per capirci, a fine febbraio hanno eseguito un primo sopralluogo alla Mira rinvenendo rifiuti urbani ma anche resti di fuochi. I successivi e più dettagliati controlli hanno poi riportato, su un luogo privato, residui di combustione derivanti dall'incendio di una roulotte. La segnalazione all'ufficio ambiente ha dunque fatto scattare il campanellino d'allarme. Perché per bruciare il caravan potrebbero essere state impiegate sostanze chimiche altamente inquinanti. Di qui l'ordine di una nuova e approfondita indagine del terreno per scongiurare pericoli per l'ambiente.
Il Comune, dunque, ha ordinato ulteriori verifiche ed ha deciso di suddividere l'area in 15 settori, ognuno dei quali interessato da una trincea esplorativa scavata con la pala meccanica. Gli operai dovranno rimuovere la terra fino ad un metro di profondità. I campioni recuperati saranno sottoposti ad analisi e sarà quindi avviato il piano di caratterizzazione. L'operazione, affidata a Thomas Gerola, costerà 3.880 euro e, forse, dovrebbe essere il tassello conclusivo della bonifica dell'area attraversata dal rio Coste. Un angolo di città che, come detto, insiste in gran parte nel biotopo dei Lavini e che è oggetto da tempo di una campagna di pulizia che il Comune ha adottato stanziando all'uopo un milione e mezzo di euro.
Al di là della zona industriale da tenere sotto controllo e della guerra alla puzza, la metà dei fondi messi a disposizione tre anni fa sono stati dirottati sulla bonifica della discarica abusiva alle Zigherane e, appunto, per pulire il Coste, all'epoca una fogna a cielo aperto con colori, odori e sapori non certo edificanti. E la partita più interessante, perché invocata a gran voce dai cittadini, è stata proprio quella del rio. Tanto più che nell'estate del 2015 quattro operai accusarono malori per essere entrati in contatto con i vapori sprigionati dal corso d'acqua. Insomma, un po' troppo per non metterci mano una volta per tutte. Ecco allora l'ordine di dragare il ruscello e rimuovere rifiuti e liquami.
L'intervento, costato 370 mila euro, ha riportato in «vita» un torrente che, in teoria, dovrebbe raccogliere le sole acque meteoriche della zona industriale e di Lizzana ma che invece ospita di tutto, alla stregua di una discarica. Parte della colpa, dicono in piazza del Podestà, è del villaggio sinto della Mira che usa il Coste come pattumiera. Tanto che gli inquinanti peggiori derivano proprio dalle batterie esauste delle macchine gettate in acqua. E adesso pure l'ultimo intoppo, la roulotte bruciata, è attribuito ad usanze sopra le righe degli abitanti del campo.