Dallo skyline via un altro ecomostro Iniziata la demolizione alla Mira

di Nicola Guarnieri

Tra gli ecomostri lagarini è quello più in vista. Nel senso che non notarlo è impossibile visto che è piazzato proprio alle porte della città. Chi viene da Sud ha la possibilità di «ammirarlo» salendo verso la collinetta della Mira prima di infilarsi a Lizzana. È l'ex Aragno, un tempo albergo di un certo prestigio e poi ristorante e pizzeria fino ad ammainare definitivamente la bandiera della ricettività e del commercio.

E da anni è rimasto un monumento al degrado, con sparuti tentativi di rilancio ma nessun investitore davvero convinto di poterlo restituire ai clienti.
Quell'ecomostro, di proprietà privata fino all'anno scorso, «risiede» in mezzo al parco dei Lavini, luogo magico e potenzialmente turistico che sta lentamente tentando di decollare con progetti e interventi decisi da Comune e circoscrizioni. E palazzo Pretorio, dopo un'interminabile parentesi di silenzio, è riuscito ad acquistarlo ed ora demolirlo, bonificando la zona. Un'operazione tutto sommato a buon mercato visto che costerà 100 mila euro. Ma che eliminerà una volta per tutte un pessimo biglietto da visita per chi entra in città. E a «bonificare» lo skyline, per altro, ci sta già pensando l'altro abbattimento in corso, quello alla parte opposta dell'urbe: l'ex Mangimificio Sav di Sant'Ilario.
Insomma, un po' alla volta le brutture roveretane stanno scomparendo.

«Ma non si tratta solo di una questione estetica - spiega l'assessore all'ambiente Carlo Plotegher - ma anche sociale e sanitaria. Una delle caratteristiche di un ecomostro è infatti quella di creare disagio sociale, produrre rifiuti, portare malattie».

In questa consigliatura, non a caso, il tema ecomostri è stato preso di petto, cancellando dalla geografia locale una serie di «ex»: Alpe a Borgo Sacco, Macello a San Giorgio, Sav a Sant'Ilario, mettiamoci pure Ariston in via Brennero ed ora - i lavori di demolizione sono iniziati ieri - Aragno tra Marco e Lizzana.
Quest'ultimo intervento, poi, è fondamentale per il rilancio dei Lavini e delle Orme dei dinosauri. «Fra le principali azioni strategiche per rilanciare Rovereto - confermava tempo l'assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola - è assolutamente importante la valorizzazione culturale, turistica e sportiva dei Lavini attraverso la realizzazione di un sistema integrato di sviluppo che va dalla cima del monte Zugna, scendendo verso la Ruina dantesca e le Orme dei dinosauri, fino ai Lavini di Marco, compreso il golf. In questa visione poter disporre dell'area ex Aragno diventa determinante e fondamentale».Sul sedime lasciato libero alla Mira dovrebbe sorgere un parcheggio a servizio del parco e pure delle Orme. «È uno spazio importante in prospettiva di rilancio dei Lavini e del golf. Ma il territorio che servirà è vasto visto che si va da malga Costa Violina alla Ruina dantesca. E poi si elimina un altro ecomostro, un brutto biglietto da visita con un'estetica deprimente inserita in un contesto dei Lavini che al contrario sono bellissimi».

Già, un parco a due passi dalla città regalato da madre natura. Che, a seguito della frana della Ruina dantesca, ha donato al luogo un biotopo con laghetti, fauna e flora e una ricchezza naturalistica che fanno dell'area un sito dalle caratteristiche multiformi: 36 ettari che possono essere una grande opportunità di crescita e di progettazione. L'ambito paesaggistico, insomma, va dai Lavini alla valorizzazione di Costa Violina, tra Orme dei dinosauri, Ruina dantesca e il rifugio Monte Zugna. Ed include la cava Lastiella e l'ex Aragno alla Mira, un non-luogo all'ingresso della città che chiede da anni una soluzione. Ora è arrivato il momento di toglierlo dalle mappe e dalle fotografie.

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