Bonificata l’ex Ariston di Rovereto: si libera così una grande area strategica
L’intervento pagato dal gruppo industriale, si apre il confronto per la futura destinazione, ma l’assessore Spinelli rassicura: «Assolutamente niente edilizia residenziale, pensiamo a spazi per l’Università»
ROVERETO. Bonifica conclusa. L’ex fabbrica scaldabagni di Rovereto riconsegnata a Trentino Sviluppo
L’area è stata oggetto di importanti lavori di bonifica durati un anno e finanziati interamente da Ariston Thermo Group, che ha rimosso anche contaminazioni storiche precedenti. Ora si guarda al futuro
Nei prossimi giorni sarà restituita alla città di Rovereto, interamente bonificata, un’area di grande importanza strategica e logistica, snodo tra la stazione dei treni, la statale del Brennero e il centro storico. Si tratta del compendio di via Manzoni, storicamente deputato alla produzione di scaldabagni elettrici e a gas. Realizzato alla fine della Grande Guerra e dismesso nel 2016, si prepara per la sua nuova vita post-industriale. La struttura è stata oggetto di una bonifica durata circa un anno. I costi del ripristino sono stati interamente sostenuti da Ariston Thermo Group di Fabriano che ha rimosso anche le contaminazioni storiche causate dalle precedenti società. La fabbrica, che sarà riconsegnata a breve a Trentino Sviluppo, e quindi alla città di Rovereto, è quindi pronta per una nuova vita post-industriale.
«Rovereto avrà presto la disponibilità di un’area strategica nel proprio contesto urbano – osserva Achille Spinelli, assessore provinciale allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro – e la Provincia autonoma di Trento, che ne è proprietaria, continuerà a stimolarne il suo inserimento nella programmazione urbanistica quale elemento di innovativo sviluppo della città, valutandola infatti come occasione irripetibile per portare in centro nuove opportunità di insediamento. Pensiamo certamente a caratterizzazioni nel comparto universitario, dei servizi alla comunità ed alla pubblica amministrazione, evitando sia inopportuni ritorni al passato industriale che nuovi insediamenti a carattere residenziale».
«E’ fondamentale – sottolinea Sergio Anzelini, presidente di Trentino Sviluppo – che il compendio non venga più visto come un corpo estraneo e abbandonato in un’area divenuta ormai parte integrante della città, ma che torni a far parte del tessuto economico, sociale e urbano di Rovereto. Siamo inoltre molto contenti di aver trovato un accordo per la bonifica con i vertici di Ariston Thermo Group che hanno dimostrato grande responsabilità».
Il compendio, con una superficie complessiva di 20 mila metri quadrati, sorge in una posizione strategica, in un quartiere residenziale ben collegato alla statale, vicino sia alla stazione dei treni che al centro storico.
Della fabbrica di scaldabagni elettrici e a gas costruita alla fine della Grande Guerra e chiusa nel 2016 – teatro durante la Seconda Guerra mondiale della costruzione di un sommergibile segreto e prima industria roveretana nel 1959 a ridurre l’orario di lavoro da 48 a 45 ore – rimangono una parte di capannone industriale e la palazzina uffici lungo via Brennero, per i quali è stato posto il vincolo di interesse culturale da parte della Soprintendenza della Provincia di Trento, e due palazzine affacciate su via Manzoni attualmente in dotazione alla Caritas, che le utilizza per stoccare e sistemare mobili usati per le famiglie in difficoltà.
I due capannoni principali sono stati invece demoliti a spese di Trentino Sviluppo nel novembre 2019, ad esclusione delle due campate di 12 metri di altezza dell’edificio San Pietro, vincolate per l’appunto dalla Soprintendenza, e di una parte dell’edificio San Paolo che sarà demolita in futuro.
I lavori di bonifica ambientale, affidati alla ditta Ecoservice di Rovereto, sono durati un anno ed hanno visto la rimozione delle contaminazioni storiche dei terreni, comprese quelle causate dalle prime società insediate. Il costo del complesso intervento di bonifica è stato interamente sostenuto da Ariston Thermo Group di Fabriano.