Tasse / Commercio

A Rovereto Imis azzerata per chi dimezza gli affitti dei negozi

Prevista anche una riduzione al 2 per mille per i proprietari che invece propongono di pagare tra il 30% e il 50% in meno per sei mesi ai commercianti che hanno locato gli spazi
PROVINCIA La giunta Fugatti abolisce l'Imis per hotel, B&B, agritur e cinema: 26 milioni in meno nelle casse

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Imis azzerata per chi dimezza gli affitti dei negozi e ridotta al 2 per mille per chi propone ai commercianti che hanno locato gli spazi di pagare tra il 30% e il 50% in meno per sei mesi.

É questa la nuova proposta della giunta che il consiglio comunale è chiamato a votare la prossima settimana per rilanciare l'economia in città. Una delibera che segue di un trimestre quella che, a fine gennaio, aveva fissato le aliquote ritoccandole verso il basso per evitare il tracollo delle partite Iva. Allora, però, c'era un paletto non da poco in ottica di autotutela finanziaria del Comune: limare oltre il dovuto le tariffe municipali avrebbe comportato un ammanco significativo per l'erario di palazzo Pretorio.

Tant'è che gli emendamenti coraggiosi, proposti soprattutto da Viliam Angeli della Lega, sono stati stoppati, di fatto, dagli stessi ragionieri di piazza del Podestà più che dai politici. Adesso, invece, la Provincia ha aperto il borsellino e ha deciso di ristorare gli enti locali che sgravano gli operatori di casa da alcuni balzelli che potrebbero metterli in crisi nera. Di qui il ritocco ulteriore che spinge, però, sull'accordo tra galantuomini: proprietari dei locali e negozianti.

Perché la pandemia è una brutta bestia per tutti e l'ente pubblico prova a fare la sua parte ma invita, calorosamente, i privati a fare altrettanto. Se non siamo all'unione fa la forza, in altre parole, poco ci manca.Ecco dunque che ai tagli di gennaio si aggiungono i bonus affitti. Che dovranno chiaramente essere approvati dal civico consesso.

Stiamo parlando, come detto, di Imis al 2 per mille per i prorpietari di immobili che tagliano l'affitto dal 30% al 50% e di «zero euri» per chi sceglie di dimezzare. Attenzione, perché l'impegno vale per sei mesi, non per sempre. In questa manovra, ovviamente, rientrano praticamente tutte le categorie: uffici, botteghe, laboratori, palestre, opifici, alberghi, teatri, cinema, fabbriche e relative pertinenze. Insomma, per cercare di tamponare l'emorragia da soldi si fanno i salti mortali.

E il Comune prova a fare la sua parte sforbiciando con decisione la pressione fiscale in un periodo in cui le ristrettezze da Covid-19 stanno minando seriamente le aziende e le famiglie. Al di là della manovra di rilancio messa in campo già dallo scorso anno e confermata per il 2021 - con risorse fresche per riattivare cantieri e far girare almeno un po' di soldi - la partita grossa è proprio quella delle tasse locali. È ovvio che palazzo Pretorio non è il governo, non dispone di fondi eccessivi e, tra l'altro, deve muoversi cercando di far quadrare il bilancio per non rischiare il default.

E una delle voci aggredibili dall'amministrazione è proprio quella dei balzelli, Imis su tutti. A fine gennaio il consiglio comunale era chiamato a votare proprio le aliquote fissate dall'amministrazione per incassare quanto serve a non mandare in avaria la macchina municipale e, al contempo, venire incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori economici.

L'imposta immobiliare è una di quelle entrate su cui si può lavorare. E la giunta, in tal senso, ha limato quanto dovuto ma non ha «osato» abbattere ulteriormente il gettito. Uno su tutti: il consigliere della Lega Angeli ha chiesto di abbassare dallo 0,45 allo 0,2% le tasse sui negozi. Una proposta che ha convinto tutti ma che è stata bocciata perché avrebbe privato le casse di piazza del Podestà di 250mila euro. Ci ha pensato, però, lo sblocco degli aiuti dallo Stato verso la Provincia e poi ai Comuni.

E l'ulteriore sconto sugli immobili commerciali dovrebbe arrivare oggi, martedì, con il via libera dell'aula Malfatti. L'Imis, ricordano a Palazzo, rispetto al passato è stata comunque più che dimezzata per botteghe, laboratori artigiani, alberghi e pensioni. E ridotta a un quarto per cinema e teatri che sono chiusi ormai da lungo tempo.

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