Donatori di sangue, la solidarietà più forte delle bufale dei no-vax
La propaganda degli anti vaccinisti ha preso di mira il sistema dell’Avis: boom di aspiranti donatori a Rovereto: “Nessuno delle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato”
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ROVERETO. La solidarietà batte le bufale dei No-Vax. Succede al centro trasfusionale di Rovereto, dove i volontari gestiti dell'Avis hanno visto un vero e proprio boom negli ultimi mesi. «Il numero di aspiranti donatori registrato nel 2021 è stratosferico, prova tangibile della volontà di tantissime persone di fare del bene e spendersi per la collettività» commenta Lucia Ongaro, presidente di Avis Rovereto.
L'associazione dei donatori di sangue lagarina oggi conta sulla spinta di 2069 donatori. Di questi, 172 sono entrati nell'associazione nel 2021 (a fronte di 116 "donatori dimessi") e ben 360 sono gli aspiranti donatori in attesa dell'idoneità, un iter che oggi grazie al grande sforzo organizzativo di Avis del Trentino e in collaborazione con l'Azienda sanitaria si è di molto ridotto.
Anche se proprio in questi giorni riempire le sedute di donazione è quanto mai difficoltoso, perché tanti sono in quarantena a casa o sintomatici, l'Avis di Rovereto gode, grazie all'esplosione del numero degli aspiranti donatori, di un'ottima salute.
Nonostante la propaganda no vax più becera abbia messo nel mirino nelle ultime settimane proprio i donatori di sangue, che sono elemento imprescindibile per l'attività clinica, sia elettiva e di urgenza. «E questo nonostante il mondo Avis - sottolinea Ongaro - si sia sempre guardato bene dall'entrare nel perimetro della polemica tra pro vax e no vax».
Una terzietà che non è bastata ad evitare il proliferare di balle clamorose come quella del sangue dei vaccinati che coagulerebbe, passando per la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose, fino agli appelli a non donare sangue per Avis o, peggio ancora, le insinuazioni secondo cui l'associazione richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del green pass.
«Questo e molto altro - commenta il presidente di Avis Nazionale Gianpietro Briola - spesso segnalatoci dai nostri donatori responsabili, rischia di ostacolare e rallentare ciò che invece è davvero importante: assicurare scorte di sangue e plasma per consentire agli ospedali di proseguire nelle loro regolari attività senza dover rinviare terapie e interventi salvavita. Più volte abbiamo ribadito la necessità di reperire informazioni solo attraverso i canali ufficiali, ossia il nostro sito o quello del ministero della Salute. Evidentemente raccontare bugie e dare spazio a leggende senza fondamento è molto più facile che studiare e approfondire tematiche delle quali si è all'oscuro. Il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato».
Un'altra falsa notizia che sta circolando in queste ore riguarda la presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché più sicuro. «Questa informazione - commenta Briola - non ha alcun fondamento e nasce da un'errata interpretazione di una circolare del ministero della Salute con cui si è stabilito che non vi è obbligo di green pass per accedere alle strutture di raccolta. Il momento che stiamo attraversando continua a essere delicato. La variante Omicron sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale, con carenze diffuse in diverse regioni italiane. Diffondere false informazioni è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell'intero Paese».