Processionaria, tolleranza zero nella zona di Rovereto: multe fino a seimila euro per chi sgarra
Ogni privato dovrà occuparsi dell’invasione a casa sua o sarà punito. Il parassita del pino l’anno scorso ha fatto diventare matti tutti, infestando parchi, giardini e boschi
PROCESSIONARIE Tutto quello che c'è da sapere
ROVERETO. Il Covid è ancora tra noi ma non è l'unica pandemia presente. Perché ce n'è un'altra che riguarda gli alberi e che da qualche anno fa impazzire i residenti ma soprattutto il Comune: la processionaria. Una presenza da estirpare o comunque da limitare che stavolta ricadrà sugli stessi cittadini visto che, sulle proprietà private, dovranno provvedere a loro spese a cacciare il pernicioso insetto. E chi sgarra sarà punito severamente: le multe - oltre alle sanzioni previste comunque dallo Stato, che sono di 50 euro per albero ma, se il nido è stato segnalato e non rimosso, si paga da 250 a 1.500 euro - andranno da mille a 6mila euro.
L'allarme processionaria, insomma, non fa dormire sonni tranquilli. E già l'anno scorso, quando l'invasione del parassita fu massiccia, l'amministrazione comunale la definì «una tempesta perfetta». Tanto che l'assessore all'ambiente Andrea Miniucchi ricordò come, essendo nel pieno di un'altra pandemia, «le persone naturalmente ricercano le aree periurbane boschive per momenti di relax in sicurezza».
non furono solo i boschi ad essere invasi ma di fatto ogni area verde, sia pubblica che privata. Per questo la prevenzione o la disinfestazione non possono essere demandate al solo Comune con l'obbligo dei privati di procedere all'eliminazione dei nidi in contesti in cui possono essere pericolosi. Il cittadino può ricorrere a ditte private specializzate o affidarsi al fai da te: tagli il ramo, fai molta attenzione e bruci il nido (in un bidone perché non schizzi la peluria irritante) o lo metti in un sacchetto e schiacci le larve.
Per correre ai riparti, dunque, palazzo Pretorio ha emesso un'ordinanza che impone a chiunque di combattere questa guerra pena, come detto, multe salate. Il documento è stato firmato dalla dirigente del servizio sostenibilità e qualità del vivere urbano Simonetta Festa: ««C'è una diffusa presenza di infestazione della processionaria del pino e negli ultimi anni il problema legato alla sua espansione si è ripresentato all'attenzione della collettività, suscitando allarmismi da parte della popolazione interessata ma tale fenomeno rappresenta di per sé un fatto biologico piuttosto comune con fasi epidemiche alternate a periodi di bassa intensità.
La processionaria del pino è un fitofago endemico in Italia e nel bacino del Mediterraneo e nessun intervento di controllo è in grado di evitare che nuove gradazioni del defogliatore si ripresentino a distanza di tempo e pertanto gli interventi attuabili devono tendere a limitare per quanto possibile la diffusione dell'insetto nel corso delle pullulazioni ed i danni da esso provocati. L'insetto può causare gravi problemi sanitari all'uomo e agli animali entranti in contatto con i peli urticanti di cui sono provviste le larve a partire dal terzo stadio di sviluppo, comportando di conseguenza reazioni allergiche con sintomi a carico della cute, degli occhi e del sistema respiratorio».
Di qui l'esigenza di intervenire sia come ente pubblico che come residenti. «A tutti i cittadini interessati si ordina di provvedere alla idonea disinfestazione della processionaria del pino quando la stessa colpisce aree di proprietà come previsto dalle "Modalità di intervento contro la processionaria del pino" allegate alla delibera della giunta provinciale numero 2874 del 14 dicembre 2007».Tutti, quindi, devono impegnarsi a fondo per eliminare il problema e la polizia locale eseguirà opportuni controlli per assicurarsi che l'ordinanza comunale sia rispettata.
Per aggredire la processionaria, comunque, ci sono tre sistemi: lotta meccanica, biologica, chimica e cattura massale con trappole a ferormoni. E in Comune ricordano che i dispositivi per il fai da te «sono facilmente reperibili anche sui siti di acquisti online» ma, aggiungono, ci sono ditte specializzate pronte a intervenire alla bisogna. Ovviamente pagando il lavoro per evitare stangate da sanzioni amministrative «di lusso».