Rovereto, la caserma dei pompieri crolla, ma nonostante le promesse non si muove ancora nulla
Nell’agosto 2020 le crepe nello stabile, evacuato: il presidente della giunta promise «una nuova caserma entro tre anni», ma non ci sono nemmeno i soldi per il progetto, la denuncia di Alessandro Olivi
ROVERETO. Lo chiamano il nuovo «polo della protezione civile» di Rovereto, ma è diventato vecchio ancor prima che venga posta la prima pietra. Sempre che arrivi quel momento, perché i vigili del fuoco volontari di Rovereto e tutte le associazioni di soccorso che guardavano con entusiasmo al progetto della nuova sede al posto dell'attuale caserma di via Abetone stanno perdendo ogni speranza.
«Nonostante le ripetute promesse ancora nulla di fatto: siamo costretti a registrare l'ennesimo rinvio della giunta provinciale per il nuovo polo di Protezione civile di Rovereto»: il consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi storce il naso.
Di fronte all'ennesima richiesta di spiegazioni in Provincia, dice che è tutto fermo, nonostante i continui appelli in aula.
Il progetto preliminare è del 2018 e rappresenta di fatto il presupposto per stanziare le risorse (servono circa 5 milioni di euro) per un primo stralcio dei lavori con i quali realizzare il polo, con sede a Rovereto ma punto di riferimento per tutta la Vallagarina.
«Il polo della Protezione civile di Rovereto - ricorda l'ex vicepresidente della Provincia - è un'opera avente valenza provinciale che non può essere derubricata a intervento ordinario riguardante la programmazione generale di tutte le caserme dei vigili del fuoco volontari del Trentino. Purtroppo questa sembra essere l'idea della giunta provinciale, che rispetto a questa infrastruttura primaria si muove come se non esistesse già un protocollo di intesa tra la Provincia e la seconda città del Trentino risalente alla precedente legislatura».
É del 2016 quel protocollo firmato, ma la giunta Fugatti sembra ignorarlo. E questo fa sorgere il dubbio che esistano anche problemi di rapporti con la città governata da Francesco Valduga.
Il caso è stato sollevato per l'ennesima volta in consiglio provinciale da Olivi: «Alla mia question time, con la quale ho chiesto un aggiornamento sullo stato del progetto e sul finanziamento dell'opera preannunciato per fine marzo 2022, la giunta Fugatti, con una risposta burocratica, ha semplicemente rimandato la questione all'approvazione di una delibera che sancisce i criteri generali per individuazione degli interventi ammissibili all'interno di un piano di 10 milioni di euro a valere per tutto il territorio provinciale».
Ma come? Il progetto è pronto sulla scrivania da quattro anni, durante la messa per Santa Barbara nel dicembre scorso l'assessore Achille Spinelli ed il presidente Maurizio Fugatti avevano confermato che i soldi c'erano e ora si torna a parlare di criteri per l'assegnazione dei contributi?
«La risposta della giunta risulta ancora una volta insoddisfacente e preoccupante - ribadisce Olivi - . Non bastano più le dichiarazioni e le conferenze stampa ma è necessaria un'accelerazione finale, anche a fronte della situazione di persistente precarietà in cui sono costretti ad operare i volontari. Il primo lotto dell'intervento su Rovereto necessita di uno stanziamento di quasi 5 milioni, e pesa quindi per circa la metà dell'intero budget assegnato a tutte le strutture del Trentino. Al di là dunque dell'ennesimo rinvio, allarma il fatto che in quasi quattro anni l'impegno su Rovereto non sia stato reso oggetto di un specifico finanziamento, dedicato e proporzionato all'importanza strategica dell'opera per la sicurezza del territorio e dell'intera Vallagarina».
Il presidente Fugatti era venuto di persona a vedere le crepe nei muri ed i calcinacci con i quali convivono pericolosamente i volontari del soccorso. Se questo non basta a stabilire una priorità nei criteri di assegnazione dei contributi, evidentemente ci sono altre ragioni ma non si capisce quali.