Ritrova la bici rubata 8 anni fa: l’ex consigliere di Rovereto Gianpaolo Ferrari l’ha vista mentre passeggiava
«Non credevo ai miei occhi - ha confessato il diretto interessato - sono stato davvero felice. A quella bicicletta mi legano tanti ricordi. Addirittura l'avevo personalizzata. È un pezzo della mia vita. Per di più in quel momento passava una pattuglia di vigili»
ROVERETO. Un amore a prima vista non si scorda mai. Soprattutto se ha un bel paio di ruote. Così, quando Giampaolo Ferrari si è ritrovato, passeggiando l'altro giorno per corso Rosmini, davanti la bici che gli era stata rubata, ben otto anni fa, è passato dall'incredulità alla quasi commozione. Perché davvero gli sembrava strano incontrare di nuovo un oggetto a lui caro sottratto dai soliti ignoti quasi due lustri fa.
«Non credevo ai miei occhi - ha confessato con un sorriso da "reclame" l'ex consigliere comunale - sono stato davvero felice. A quella bici mi legano tanti ricordi. Addirittura l'avevo personalizzata. È un pezzo della mia vita. Per di più in quel momento passava una pattuglia di vigili. Li ho fermati. Ho spiegato loro che era la mia, così l'hanno liberata dalla catena e portata via per gli accertamenti. Tutto sommato l'hanno trattata bene. È ancora bellissima».
Che a Rovereto il furto della bici sia il «lavoro» preferito dei ladri è cosa nota. In effetti le forze dell'ordine ogni anno elencano come sia proprio questo il reato più diffuso sul territorio. Un segno dei tempi, in un certo senso, visto che un secolo fa il furto più diffuso era invece l'abigeato. Come dire che Rovereto sul piano del crimine rimane, per fortuna, una realtà di piccole dimensioni, in una parola, provinciale.
Però è anche vero che a fronte del numero di velocipedi rubati esiste anche quella della rassegna dei ritrovamenti. Da ultimo c'è stato il caso dell'inseguimento da parte dei vigili di una bici inforcata dal ladruncolo, che con grande disinvoltura e sfacciataggine circolava con il corpo del reato. In un altro caso ancora è stata ritrovata a Sacco, legata a un palo, in viale Vittoria sempre dal proprietario che tramite i vigili è riuscito a recuperarla.
«Me l'avevano rubata nel 2014 - prosegue sul filo dei ricordi Giampaolo Ferrari - a Lizzana dopo un concerto. Avevano troncato la catena per portarsela via. Avevo sporto denuncia, ma non si era saputo più nulla. Ma non l'ho mai dimenticata, dal sellino con gli ammortizzatori, ai colori era un modello di fatto unico, inconfondibile».
Visto il dilagare del fenomeno, la polizia locale ha provveduto a offrire in modo gratuito ogni martedì al mercato, la punzonatura che consente una rapida identificazione del mezzo. Si è costituito così l'archivio digitale che è a disposizione anche delle altre forze dell'ordine. Il marchio impresso sul telaio consiste in un codice alfanumerico, praticamente indelebile, che corrisponde ai dati del proprietario del mezzo, cui viene rilasciata una tessera. Una politica efficace visto che i ritrovamenti delle due ruote, abbandonate un po' ovunque in città, è diventato più frequente.
«Dopo 10 giorni - conclude Giampaolo Ferrari - i vigili me l'hanno data indietro. Non vedo l'ora di tornare in sella. È un rampichino bi-ammortizzato. Così rivivrò i bei momenti di anni fa. Devo ringraziare i vigili. Ma invito tutti farsi punzonare la bici. Magari la camionetta della polizia locale potrebbe passare anche negli altri quartieri. Io ci andrò subito. Ma prima di tornare a pedalare la rimetto a nuovo, dalla sella gialla alle luci, fino ai cornetti laterali, che quel furfante mi ha tolto».