Rovereto / Il caso

Prelevato nottetempo il capriolo ferito che era rimasto bloccato sulla sponda del fiume Leno

Lo ha annunciato l'Oipa: «Dopo le nostre reiterate richieste al corpo forestale, l'animale è stato messo in salvo. Ora vogliamo sapere dove si trova e chiediamo che sia fatto di tutto per restituirlo alla vita libera dopo essere stato curato al meglio, dato che ha una zampa lesionata»

LA VICENDA Capriolo con una zampa rotta intrappolato sulle rive del Leno a Rovereto

ROVERETO

Recuperato nel corso della notte il capriolo che era bloccato, con una zampa lesionata,da settimane lungo le sponde del torrente Leno a Rovereto,

A comunicare l'avvenuto intervento è stata l'associazione Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) che questa mattina, 7 gennaio, ha diffuso un comunicato stampa.

«Il capriolo bloccato dal 14 dicembre - si legge nella nota - è stato messo in salvo. Dopo le reiterate richieste d’intervento dirette al Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento dall'Oipa, l’ultima quella di ieri dell’Ufficio legale dell’associazione, ieri notte finalmente è intervenuta una squadra che ha lo ha recuperato nottetempo, alle 21.30 circa.

In attesa di sapere dov’è stato ricoverato e quale sarà il suo destino, se necessario anche con una richiesta di accesso agli atti, l’Oipa auspica che sia fatto di tutto per restituirlo alla vita libera dopo essere stato curato al meglio, avendo una zampa lesionata».

Rovereto, portato in salvo il capriolo con una zampa rotta che era bloccato sulle sponde del fiume Leno

Lo ha annunciato l'Oipa che ha documentato con un video l'intervento dei forestali: «Dopo le nostre reiterate richieste, l'animale è stato messo in salvo. Ora vogliamo sapere dove si trova e chiediamo che sia fatto di tutto per restituirlo alla vita libera dopo essere stato curato al meglio, dato che ha una zampa lesionata»

La delegata dell’Oipa di Trento, Ornella Dorigatti, annuncia massima attenzione sulla vicenda: «Vigileremo sul caso. Di certo chi di dovere sarebbe dovuto intervenire prima, non dopo quasi un mese e non a seguito di una battaglia mediatica. Purtroppo non vi è stata una volontà di dialogare e collaborare. Senza l’eco data dalla stampa a questa vicenda non saremmo arrivati a una soluzione poiché, ricordiamolo, all’inizio era stato detto che “il capriolo poteva stare lì e vivere benissimo e che come era caduto poteva anche andarsene da solo”».

L’Oipa, dunque, tiene a far sapere che terrà accesi i fari sul povero capriolo «poiché la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e tutti dobbiamo sapere cosa gli accadrà ora».

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