Baita di Costa Violino, secondo raid vandalico nel giro di una settimana: forzate le porte e rubati i paioli
Mario Tomasini, il capogruppo degli alpini di Lizzanella, è amareggiato e scoraggiato: «La misura è colma. Anzi, è stata superata da tempo. Due furti, con danni per qualche migliaio di euro, messi a segno ad una settimana di distanza l'uno dall'altro è davvero troppo...»
LIZZANELLA. «La misura è colma. Anzi, è stata superata da tempo. Due furti, con danni per qualche migliaio di euro, messi a segno ad una settimana di distanza l'uno dall'altro è davvero troppo...». Mario Tomasini, il capogruppo degli alpini di Lizzanella, è amareggiato e scoraggiato. Nella baita di Costa Violina, simbolo dell'ospitalità e dell'accoglienza tipica delle penne nere, una banda di delinquenti ha compiuto un vero e proprio scempio: una volta sfondate le porte utilizzando un'accetta, i ladri hanno avuto libero accesso ai locali della baita andando alla ricerca di qualcosa da rubare.
Qualcosa che molto probabilmente sapevano già di trovare: due paioli di rame della capacità di 200 litri. Simili se non uguali a quelli spariti una settimana fa tanto da far sospettare che tra i due furti ci sia un preciso filo conduttore. Il rame, appunto, forse un elemento utile per le forze dell'ordine alla ricerca dei colpevoli del colpo. Un colpo che costa caro alle casse degli alpini: perché al di là dei paioli (valore superiore ai 3.000 euro) i ladri hanno portato con loro un'affettatrice, un trapano, una mola a disco. Il conto è pesante considerati anche i danni provocati agli infissi e al materiale distrutto durante il nuovo raid.
Ad una settimana di distanza, sempre nella notte tra venerdì e sabato, il copione si è ripetuto: in quell'occasione erano stati sempre due i paioli di rame spariti assieme ad una cinquantina di metri di cavi elettrici trifase, una motosega, un soffiatore e un generatore portatile. «A danno si aggiunge danno: per noi la situazione diventa veramente pesante, sia dal punto di vista economico che morale. È deprimente che ci sia gente in giro che se la prende con noi, con la baita di Costa Violina...» ripete Mario Tomasini.
Ma chi possono essere gli autori dei raid fotocopia? «Non è roba da boci, non sono ragazzini quelli che vanno a rubare paioli di rame e strumenti di lavoro. È sicuramente qualcuno che pensa di utilizzare per se la refurtiva o sa dove piazzarla. Certo che se ci fossero le telecamere di videosorveglianza forse queste cose non sarebbero successe, sarebbero magari servite da deterrente o avrebbero aiutato ad individuare questi delinquenti» afferma il capogruppo degli alpini di Lizzanella.
Già, ma come si fa a parlare di videosorveglianza se ancora adesso alla baita di proprietà del Comune sulla Strada degli Artiglieri non arriva la corrente elettrica? Già nel 2017 gli alpini avevano avanzato all'allora sindaco Francesco Valduga richiesta di allaccio delle utenze all'immobile: dall'acqua potabile agli scarichi, dall'energia elettrica allo scivolo per accesso ai disabili. Richiesta più volte avanzata e sollecitata anche per poter installare il sistema di videosorveglianza ma rimasta lettera morta nonostante gli impegni e le promesse: i cavi dell'energia elettrica si fermano a duecento metri in linea d'aria dalla baita. Gli alpini, nella lettera inviata al Comune, si erano detti "fiduciosi nel positivo accoglimento" delle loro richieste. Ma da quella lettera sono passati (inutilmente) otto anni...