La festa di Giulia Robol, prima sindaca di Rovereto
Gli elettori hanno premiato la candidata del centrosinistra che aveva invocato un atto di coraggio: «Fa parte della storia di questa città
ROVERETO. Alla fine Rovereto ha compiuto l'«atto di coraggio» che Giulia Robol aveva invocato. «Questa è una città che da sempre ha avuto molti atti di coraggio nella storia - aveva detto sul principio della campagna elettorale -, e credo che oggi sia venuto il momento di osare, di provare qualche volta a saltare oltre l'ostacolo, e proporre e fare delle cose che all'inizio possono sembrare magari difficili, ma che invece possono avere una visione di lungo periodo».
Rovereto ha premiato Robol, eleggendola ieri sindaca, la prima "prima cittadina" nella storia della città della Quercia. Un'altra "prima volta", dopo la conferma al secondo mandato di Francesco Valduga, alle scorso comunali del 2020.Il ballottaggio è dunque andato al centrosinistra.
Era del resto il risultato atteso, dopo il primo turno. E quasi scontato, fin dalla mattina di ieri, dopo il deposito dei voti per le europee, scrutinati prima di quelli per le comunali: l'affermazione perentoria del Pd in città, primo partito al 28,9%, aveva dato la quasi certezza, ancor prima dell'inizio delle operazioni di spoglio elettorale, della vittoria della sindaca reggente uscente, che del Pd è espressione (ne è stata anche segretaria provinciale). Sarebbe stato più che clamoroso un recupero di Gianpiero Lui.
Il voto dello scorso week-end ha quindi premiato Robol con il 57,3%, equivalente a 9.614 voti. Fermo al 42,7% Lui, forte di 7.164 preferenze. Determinante l'apparentamento tra il centrosinistra (Pd, Civici per l'autonomia, Campobase, Rovereto Libera e Alleanza Verdi e Sinistra) e Officina Comune, il nuovo movimento politico che al primo turno aveva corso da solo, proponendo il candidato Michele Dorigotti ed ottenendo il 14,5% dei consensi. Niente apparentamento invece per Lui, che non ha trovato l'intesa con quello che avrebbe dovuto essere stato l'alleato "naturale", Fratelli d'Italia.
Ma il dissapore tra i vertici cittadini del partito che esprime la premier Giorgia Meloni e i partiti e liste della coalizione di Lui (Forza Italia, Patt, Lega, Rovereto al centro e la civica "Noi Rovereto Lui sindaco") non ha permesso di chiudere un accordo. L'analisi politica di quanto successo in seno al centrodestra, con il paradosso di un partito come Fratelli d'Italia che nel giorno in cui si titola primo partito in Provincia perde la possibilità di guidare la seconda città del Trentino, è sviluppata nelle pagine seguenti.Elemento di analisi per tutta la società roveretana dovrà essere la bassa affluenza registrata, sia al primo che al secondo turno: rispettivamente 49,2% e 53,1%. Due record negativi per la storia della città. Ed importa relativamente che in Trentino si sia fatto mediamente peggio sul fronte dell'affluenza.
La bassa propensione al voto dovrà per forza essere affrontata politicamente dalla nuova sindaca, tenuto soprattutto conto del fatto che Officina Comune fonda sui concetti di condivisione e partecipazione la propria stessa ragione di essere.La sfida che attende Robol è importante: sei anni di amministrazione. «Per fare questo il mio impegno è massimo - aveva promesso -: sarò una sindaca che unisce competenza ad esperienza amministrativa, disponibile al dialogo e al confronto, con coerenza, chiarezza e serietà».