La scala metallica ai Lavini? «Va abbattuta subito», Mountain Wilderness all'attacco
Luigi Casanova sull'intervento al sito archeologico con le orme dei dinosauri: «Adesso nessuno sapeva niente, ma dov’erano i servizi provinciali? La tutela del paesaggio? Il Comune? I Verdi roveretani?»
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ROVERETO. Come non evocare Dante e la Divina Commedia al cospetto di «una devastazione del paesaggio, violato ed umiliato dall'imponente passerella metallica» sulle orme dei dinosauri?
E infatti Luigi Casanova, protagonista di tante battaglie per la salvaguardia dell'ambiente e profondo conoscitore del territorio (in città ha vissuto fino ai vent'anni), chiama in causa il sommo poeta con la sua "ruina" a pochi passi «dall'ennesimo scempio»: «A suo tempo Dante non poteva immaginare una deriva tanto povera della progettazione umana: allora si stava entrando nell'epoca del sommo inno alla bellezza, riassunta nelle opere del Rinascimento italiano. Era impossibile concepire che l'uomo riuscisse a investire nello scempio dei paesaggi» afferma Casanova.
Ma visto quello che sta succedendo ai Lavini «va inventato il 34° canto dell'Inferno» con un girone nel quale «dovrebbero essere cacciati ad espiare la giusta pena chi ha autorizzato quell'orrore e quegli "innovatori" che si sono inventati quella colata di acciaio a sbalzo... Dante avrebbe dovuto scardinare la perfezione della sua opera. Frantumare, come sanno ben fare i progettisti di oggi, la struttura della Commedia».
Dalla Commedia alla realtà il passo è breve: «La cosa sconvolgente è che non esistono responsabilità: la Soprintendenza dov'era? Dov'erano gli uffici provinciali della tutela del paesaggio? L'amministrazione comunale di Rovereto si lascia costruire un manufatto del genere senza dire una parola? Adesso sembra che siano tutti innocenti, ma qualcuno in Comune e in Provincia ha alzato la manina manifestando così una disattenzione verso il tuo paesaggio e il tuo territorio inconcepibile, specialmente per un'amministrazione che fa riferimento al centrosinistra. Dove erano e dove sono i Verdi di Rovereto? La loro voce non si è sentita... Possibile - continua Luigi Casanova - che nessuno negli uffici si sia accorto dell'impatto che aveva la struttura del genere?»
Arrivati a questo punto, con la passerella in gran parte montata cosa resta da fare? «Premesso che come ambientalisti abbiamo sempre affermato che è una vergogna non dare il giusto valore a queste orme e averle lasciate nel degrado, bastava intervenire con delle soluzioni più leggere - risponde il presidente di Mountain Wilderness - che fossero removibili una volta degradate: la tecnologia ci permette cose che trent'anni fa erano ritenute impossibili. Usando materiali diversi e quote diverse del manufatto la soluzione sarebbe stata molto meno impattante».
Si può ancora intervenire per modificare una struttura così imponente? «No, non ritengo sia una soluzione percorribile. La strada è quella della demolizione e del ripristino con un intervento più leggero. Certo che è costoso (costo dell'intervento 2.600.000 euro), da parte di chi amministra significa una sconfitta dal punto di vista culturale, ma il Trentino delle bellezze come può permettersi di presentare ai suoi ospiti una cosa del genere: quest'opera è una grande sconfitta per il Trentino. Mi auguro che quello che sta accadendo ai Lavini insegni qualcosa: magari prima di intervenire si dovrebbe fare un'operazione ascolto, di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini presentando diverse ipotesi. La voce dei cittadini permetterebbe di evitare certi scempi: quello che bisogna cambiare - conclude Casanova - è il sistema di governo».