Robol: «Sulla passerella ai Lavini polemiche pretestuose, valutiamola a lavori finiti»
La sindaca è un fiume in piena dopo le critiche alla struttura metallica realizzata nel percorso visitatori al sito paleontologico delle orme dei dinosauri: «Ma chi ha protestato ha visto di persona quello che si sta facendo?»
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ROVERETO - «Polemiche pretestuose che mi ricordano tanto quelle ai tempi del trincerone... Tutti ad inveire contro l'opera in corso, quando ora mi sembra inserita nel contesto ambientale e non suscita più discussioni.
Ma chi ha protestato ha visto di persona quello che si sta facendo per valorizzare le orme dei dinosauri o si basa soltanto sulle foto senza avere una visione d'insieme?
L'intervento in corso di realizzazione non può essere fermato o mitigato. Aspettiamo la fine dei lavori prima di fare delle valutazioni...».
La sindaca Giulia Robol è un fiume in piena anche perché non ha apprezzato i toni delle polemiche e delle proteste (soprattutto da parte di Fratelli d'Italia e poi anche Italia Nostra e a Mountain Wilderness) sulla passerella in acciaio zincato del percorso visitatori nel sito paleontologico dei Lavini.
Non le sono piaciute la tempistica («perché solo ora questa levata di scudi quando è da anni che si discute di questo tipo di intervento?») ma ancora di più il fatto che «il dibattito su intervenire o meno ai Lavini andava fatto a monte.
Esattamente come per la Valdastico: io mi inserisco nel dibattito non quando l'opera è in cantiere, ma quando l'opera viene pianificata e luogo dove intervieni. Perché nel momento in cui intervieni in quel luogo lì non puoi andare a speculare sul tipo di impatto rispetto ad un territorio.
Perché - e qui si arriva al nocciolo della questione - è tutto da stabilire che se avessi utilizzato un altro tipo di materiale (ad esempio legno rispetto all'acciaio) l'impatto sarebbe stato diverso: questa è secondo me una speculazione astratta.
Tutti continuano a dire "è uno scempio" ma nessuna entra nel merito come una cosa deve essere fatta... Se quel luogo non doveva essere intaccato, a monte tutti questi interlocutori che adesso dicono "abbiamo detto che bisognava valorizzare le orme dei dinosauri" avrebbero dovuto dire quel luogo lì non va toccato perché in qualche modo lo modifichi e creerà un impatto totalmente diverso».
Dal punto di vista di Giulia Robol il progetto (l'esecutivo è stato approvato quando lei era assessore nella seduta di giunta del 20 dicembre 2022 ndr) «dovrebbe essere terminato per vedere cosa alla fine emerge da questi percorsi, bisogna vedere l'insieme dell'opera prima di fare qualsiasi valutazione...».
La sindaca tiene a ribadire che «tutto il percorso di concertazione è stato costruito nelle sedi apposite (infatti il progetto è passato al vaglio di tutte le sedi istituzionali ndr). Non sono sufficienti in termini di partecipazione? Ma perché le associazioni non incontrano i soggetti istituzionali? Sulla base di cosa parlano? Di una serie di immagini... Mi sembra che siamo davanti ad una speculazione denigratoria... Rispetto a quello che è stato l'intervento dell'architetto Marco Malossini (l'Adige di venerdì ndr) credo che attraverso quello che lui ha ricostruito si possono avere elementi per farsi un'opinione».
Alla mente della sindaca ritorna la polemica del trincerone sulla Zugna: «Siamo nella stessa situazione: prima feroci contestazioni sulla base di qualche foto del muraglione, poi nessuno ha avuto più nulla da ridire... Nulla da togliere al diritto di opinione, ma secondo me quello che sta avvenendo è un dibattito molto feroce che non ti consente neanche di capire come mai si è arrivati a quella cosa lì: è necessario che il dibattito possa essere portato nei canali più corretti, cioé quelli istituzionali».
Nessuno mette in dubbio che il percorso di valorizzazione dello Zugna «avesse l'intento di costituire uno scempio del territorio, ma questi interventi sono eccessivamente crudi, non rispettosi di un percorso chiaro, previsto dalle leggi e dalle norme, in tutte le sedi istituzionali che ha coinvolto molti soggetti... Il tema è un altro: io credo che su determinati luoghi qualsiasi modificazione degli stessi è considerato un atto che deturpa il paesaggio, allora non bisogna progettare in quei luoghi...».
Ma, nel caso specifico della passerella, non sarebbe possibile, come richiesto da qualche politico e ambientalista, pensare di "mitigare" l'impatto sul territorio?
«Se è stata scelta quella soluzione ci sono tutte le motivazioni di carattere tecnico che non consentono di intervenire diversamente per la morfologia che "obbliga" ad un percorso sopraeleavto.
Prima vediamo l'intervento realizzato in toto con tutta la struttura e la scalinata al loro posto.
C'è poi la necessità che il sito si rinaturalizzi dopo il cantiere... A questo punto valuteremo il da farsi con eventuali soluzioni di "mitigazione".
Il problema non è il materiale, legno o acciaio, perché l'impatto è dato dalla presenza della scalinata: bisognava dire fin dall'inizio che non aveva senso interagire su quel territorio lì. Fin che non arrivi a quel punto lì - afferma la sindaca - non puoi giudicare un cantiere... E parla chi non ha partecipato al dibattito di allora. Quello che contesto è l'aggressività con cui ci si lancia in resta nel valutare una situazione che non è ancora conclusa».