Borgo Sacco/Urbanistica

Manifattura Rovereto, finalmente giù il muro

Attesi da anni per completare il disegno dell’archistar Kengo Kuma, la prossima settimana inizieranno i lavori che toglieranno l’ultimo ostacolo tra la vecchia fabbrica di sigarette e il quartiere

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Se ne parla da anni e, ad ogni lustro, si annuncia finalmente l'abbattimento del muro che, nelle intenzioni delle archistar internazionali che hanno reinventato la Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco, dovrebbe ricucire il sito - diventato produttivo di ultima generazione (green e tecnologia per capirci) - con la frazione di Rovereto abbracciata all'Adige e al Leno. Una demolizione che si è protratta nel tempo ma quel manufatto costruito dagli austriaci è sempre rimasto al suo posto.

Ora no, finalmente andrà giù, per buona pace di 150 anni di storia operaia e di migliaia di lagarini che hanno consentito agli italiani di fumare quelle «bionde» che il mondo, adesso, sta cercando di mettere al bando un po' alla volta. Da tempo, come detto, si parlava di quell'agglomerato di mattoni destinato alla discarica. E finalmente è la volta buona con tanto di date di intervento: dal 17 marzo al 15 maggio sarà infatti vietato il transito sul percorso ciclopedonale che collega viale della Vittoria (il grande parcheggio a lato dell'opificio) con la pista ciclabile Alexander Langer lungo il torrente Leno. Il muro della discordia, ci si passi il termine, come detto avrebbe dovuto già essere sparito dalla skyline saccarda. Invece è rimasto in piedi ma ora sarà rimosso, con quasi due lustri di ritardo.

L'intervento, per altro, darà spazio ad un altro cantiere, quello della nuova illuminazione prevista da anni e che finalmente, a parete rimossa, sarà realizzata. «Era ora - spiegano a palazzo Pretorio - quella via di connessione tra viale Vittoria e la pista ciclabile è molto buia. Ai nuovi lampioni provvederemo noi come Comune».L'attesissima demolizione della barriera costerà 310mila euro e consentirà quell'abbraccio ideale tra i nuovi spazi produttivi e di ricerca e il resto della città che era, in ultima analisi, l'obiettivo finale della visione originale dell'archistar giapponese Kengo Kuma, chiamato ormai oltre tre lustri orsono ad immaginare la nuova vita della vasta area.

Il nuovo cantiere, poi, di fatto è una vittoria del Pd cittadino che alla fine del 2022 aveva depositato una mozione in consiglio comunale che chiedeva appunto di concretizzare il sogno di Kuma che vedeva nella nuova Manifattura, dedicata ad ospitare aziende e start up green, non più «una zona franca con alte mura perimetrali e filo spinato per impedire l'accesso e la vista ma un sito post industriale, moderno e permeabile alla visione di quanti passeggiano e pedalano sulle vicine piste ciclabili lungo le rive del torrente Leno». Oltre alla demolizione delle mura di cinta, come detto, saranno installati punti luce sulla ciclabile di collegamento tra piazzale Manifattura e pista del Leno lungo il lato Est per mettere in sicurezza il tratto di strada e consentirne l'uso anche la sera tardi o il mattino presto.

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